“Post Fata Resurgo” (dopo la morte mi rialzo) è una collettiva d’arte dedicata all’albero simbolo del Salento che, dopo 10 anni dalla sciagura del batterio Xylella, risorge non solo nelle campagne, ma nelle opere artistiche ispirate dall’olivo, incarnazione emblematica dei valori di pace, saggezza e speranza.
Curata da Tommaso Filieri, la mostra è un progetto delle Associazioni Ipso Fecto, Krifo e Olivami in collaborazione con le associazioni Caledda, InfioriItalia e Xima e resterà aperta ai visitatori tutti i giorni fino all’8 dicembre, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19:30. Il nastro è stato tagliato domenica 26 novembre nella chiesa di San Francesco della Scarpa a Lecce.
“Post Fata Resurgo” è una rilettura artistica della morte degli alberi e della loro resurrezione. La mostra, unica nel suo genere, vuole essere un inno all’ulivo, alla sua sacralità, alla natura e alla vita. Un percorso, disponibile anche in inglese e tedesco, tra pittura, scultura, design, artigianato, musica, fotografia, innovazione, arte floreale, che ripercorrere la storia degli ulivi, dalle origini – sacre e simboliche – fino al ricordo del gioioso rituale della raccolta dei frutti, passando per i luoghi adibiti alla trasformazione “dell’oro verde”, sparsi sul territorio salentino (i frantoi ipogei e semi ipogei), approdando al terribile dramma della Xylella Fastidiosa, ma valorizzando la risposta del territorio e della comunità, in chiave propositiva.
Oltre alla pittura, alla scultura, alla poesia, alla musica popolare, alla fotografia, all’elaborazione 3D, anche la creazione di manufatti decorati con le ceneri degli ulivi, abbattuti e distrutti nei campi, peculiarità dell’intero progetto.
50 gli artisti partecipanti: Andrea Caputo, grafico; Matteo Rizzo, digital artist; Lorenzo Malerba, pittore; Maria Lucia Musca, pittrice; Michele Mariano, fotografo; Annatonia Luperto, grafico; Francesco Paglialunga, scultore; Luana Gabrieli, scultrice; Martina Rizzo, pittrice; Marco Vigna, scenografo; Filomena Vigna, pittrice; Antonio Cristian Cataldi, scultore; Francesco Danieli (Mesciu Cicciu), pittore; Pamela Blago, Pittrice/Fotografa; Vanessa Chirivì, fotografa; Vanessa Greco, pittrice; Paola Rizzo, pittrice; Miryam Travisani, pittrice; Francesco Murrone, illustratore; Daniela Cardinale, Decoratrice Restauratrice; Franco Antonio Stefano, Fotografo; Alessandro Ciullo, fotografo; Annamaria Santucci, scultrice; Carlotta Shadi, pittrice; Dario Francone, presepista; Roberta Filieri, pittrice; Lucia Panico, pittrice; Maria Benedetta Calogiuri, poetessa; Sara Manisco, pittrice; Inguscio Giulia, musicista; Inguscio Alessandra, musicista; Mattia Manco, pittore; Annibale Trani, scultore; Tommaso Filieri, creativo; Ass. Xima – Casarano; Maestri Infioratori Ass. “Caledda” – Galatone.
Una mostra che si trasformerà in “Giardino degli Artisti”, grazie all’associazione Olivami: saranno messi a dimora gli ulivi dedicati a ogni artista partecipante nel campo localizzato nella campagne di Borgagne sulla strada che conduce alla baia di Sant’Andrea che i turisti potranno visitare in ogni momento dell’anno. Un sogno che profuma di riscatto e di possibilità.
Ogni ulivo avrà una targhetta con il nome dell’artista al quale verrà rilasciato un certificato di adozione.All’ingresso del giardino verrà apposta una insegna (realizzata in legno di ulivo recuperato da un albero vittima della Xylella) che ne indicherà la presenza.
Ecco un messaggio degli artisti: “Post Fata Resurgo è il motto latino che gli antichi abbinavano alla Fenice. Simbolo di morte e rinascita, secondo il mito torna alla vita risorgendo dalle proprie ceneri e diviene emblema di chiunque sia convinto che neppure la morte abbia l’ultima parola. Dieci anni fa il Salento veniva scosso dal fenomeno inaspettato del disseccamento rapido dell’olivo, fino ad allora suo simbolo indiscusso. Principe del suo paesaggio e fonte di economia domestica e comunitaria. Quando tutto sembrava perso, quando ogni speranza appariva vana, il verde intenso dei polloni sui tronchi morti, la salute riacquistata da alcune piante curate, il tripudio di vita dei nuovi impianti, hanno rimesso in circolo la speranza. Un esercito di Artisti, questa speranza vuole celebrare, perché la vita, grazie anche all’Arte, abbia sempre una parola in più sulla morte”. Francesco Danieli (Mesciu Cicciu)
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