Aquatina e la minaccia delle microplastiche

Era noto in età normanna con il toponimo Guadina con riferimento all’area paludosa che lo caratterizzava, periodicamente invaso da mareggiate, ma ricco di biodiversità. Oggi è conosciuto come il sito di interesse comunitario di Acquatina. Nei primi anni del 1900 gli interventi di bonifica delle zone paludose cambiarono il volto del paesaggio e arginarono le acque salmastre con una muratura a secco visibile ancora ai nostri giorni. La zona costiera umida di Aquatina sul versante adriatico della costa salentina, in località Frigole a pochi chilometri da Lecce, collegata al mare mediante canali presenta tutte le caratteristiche di un’area da preservare. Tutelata, infatti,  come area marina protetta, rientrante nella rete dei Siti Natura 2000, dal 1986 è stata data in gestione al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) dell’Università del Salento per svolgere attività di ricerca e monitoraggio e noi l’abbiamo visitata accompagnati dall’ecologo Maurizio Pinna che lì svolge attività di ricerca. Il bacino di acqua salmastra che si estende su una superficie di 45 ettari di cui più di 2 Km in posizione retrodunale è uno scrigno di habitat naturali ricco di formazioni vegetali quali gli arbusti della macchia mediterranea, la steppa salata, le praterie di salicornia e le diverse specie di orchidee, nonché rifugio di numerosi uccelli migratori. Nelle acque della laguna è presente una variegata ittiofauna che utilizza la laguna come nursery, diverse specie di crostacei e molluschi e non mancano piante acquatiche e popolamenti algali. Recentemente, è stata rilevata la presenza del mollusco Pinna nobilis, il più grande bivalve del Mediterraneo, ma sono presenti anche specie aliene come il granchio azzurro, purtroppo di natura invasiva. Non meno impattante è il problema dell’accumulo della plastica lungo il gradiente mare, spiaggia, duna, laguna che minaccia questo ecosistema. La dispersione di micro  e nano plastiche rappresenta, infatti, una seria minaccia da non sottovalutare. I frammenti minuscoli di plastica e i rifiuti in decomposizione di detersivi, cosmetici e vernici invadono e contaminano quotidianamente le specie acquatiche e sono pericolosi anche per la salute dell’uomo. Acquatina pertanto rimane un’area fragile chiusa a tenaglia nella morsa di forze contrapposte che implicano degrado come l’erosione costiera sul versante marino e l’azione antropica dell’uomo sul versante terra. Non bastano divieti e sensori se non c’è rispetto. Tutti gli ecosistemi sono interconnessi ecologicamente  e minacciati da diverse pressioni. L’importanza delle aree protette non è solo da un punto di vista ecologico, ma anche socioeconomico; per questo l’imperativo categorico per la conservazione delle specie, per l’integrità e la tutela degli habitat rimane sempre quello di sensibilizzare cittadini e stakeholder sull’importanza dei servizi ecosistemici che il complesso naturalistico offre a tutti.

 

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