Una vicenda incomprensibile, se ricostruita appare addirittura paradossale.
Il Consiglio comunale di Taranto si trasforma in un terreno fertile per i paradossi, un luogo dove tutto è possibile, un posto dove non c’è,nessuna certezza.
Trasformismo e confusione politica, una città come Taranto non merita questo.
Inutile scendere nel dettaglio, banale soffermarsi sulla decisione di Luigi Abbate, ciò che viene messa in discussione è la credibilità politica di Palazzo di Città.
La traballante gestione Melucci, vive l’ennesimo terremoto, la politica perde un’altra grossa fetta di credibilità. Tutto ciò accade nello stesso giorno in cui a Roma, si decide sul futuro dell’ex Ilva, tutto ciò mentre la città si prepara ad organizzare i Giochi del Mediterraneo, tutto ciò avviene in una città che dista solo 50 chilometri dalla sede del G7.
Taranto, ne esce con le ossa rotte, umiliata e abbandonata al destino di manovre politiche, duecentomila residenti che non sanno più cosa pensare, perché il valzer politico è iniziato alla fine del 2021 e da allora la musica non si è mai spenta.
Cosa accadrà quando prima o poi si tornerà a votare per eleggere un nuovo sindaco? Nessuno potrà meravigliarsi se a vincere sarà il partito dell’astensionismo.
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