L’analisi dei fenomeni delittuosi e l’esame delle operazioni di contrasto concluse dalle Forze dell’ordine – con riferimento al primo semestre del 2022 – nelle due province lucane, Potenza e Matera, riportate nella relazione semestrale della DIA (Direzione Investigativa Antimafia).
Analisi del fenomeno e profili evolutivi
Il singolare panorama criminale della Basilicata, caratterizzato da sodalizi autoctoni e da allogene manifestazioni mafiose provenienti dalle regioni confinanti, ‘ndrangheta, camorra e mafie pugliesi1, ha portato all’istituzione della Sezione Operativa DIA a Potenza. All’inaugurazione del 7 marzo 2022 erano presenti il Ministro dell’Interno, Luciana LAMORGESE, il Direttore della DIA, Maurizio VALLONE, il Prefetto di Potenza, Michele CAMPANARO, e rappresentanti delle Autorità Giudiziarie e delle locali Forze di Polizia, militari e civili. Il Ministro dell’Interno, a margine della cerimonia di inaugurazione, ha voluto precisare che “l’istituzione di questa sezione renderà questa terra ancora più sicura” e “si potrà fare una grande attività investigativa preservando il territorio dalle mafie”.
Attualmente la situazione criminale di tipo mafioso “colloca il Distretto di Potenza, quanto a grado di allarme che suscita il fenomeno, subito dopo quelli tradizionalmente afflitti dalla presenza delle mafie storiche”. Queste le parole del Procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco CURCIO, il quale, con riferimento ai fenomeni criminali lucani e alla compenetrazione delle organizzazioni nel tessuto istituzionale ed imprenditoriale, ha puntualizzato anche che: “le indagini svolte nel decorso periodo hanno posto in evidenza l’esistenza di un sistema mafioso endemico, capillare e pervasivo in tutta la regione Basilicata”.
Lo scenario della regione, segnato dalle difficoltà economiche in cui versano le imprese e dall’elevato tasso di disoccupazione tra la popolazione residente, rappresenta un fattore di seria vulnerabilità alle pressioni delle cosche mafiose delle regioni confinanti, molto interessate anche ai cospicui flussi di fondi pubblici investiti nel territorio.
I diversi sodalizi criminali, sebbene duramente ridimensionati e scompaginati nel tempo dalle congiunte attività delle Forze di Polizia e della Magistratura, si sono rivelati, al pari di altre realtà delinquenziali più progredite, particolarmente inclini a rigenerarsi con crescente attività di proselitismo e diversificazione delle attività illecite, evolvendo gradualmente verso formazioni a “gestione imprenditoriale” che incrementano i rischi d’infiltrazione nella pubblica amministrazione.
Sotto questo profilo, l’attuale scenario criminale lucano riflette le variegate origini dei vari clan che storicamente si sono insediati nel territorio ove è stata registrata l’operatività di gruppi, provenienti dal ceppo originario dei BASILISCHI, nonché la presenza di consorterie legate ad organizzazioni di matrice calabrese e pugliese. Nel dettaglio, si individuano tre distinte zone territoriali in cui insistono diversi sodalizi mafiosi: l’area di Potenza e del suo hinterland, quella del Vulture Melfese a nord della provincia e, infine, il territorio della fascia jonica cosiddetta metapontina in provincia di Matera. Pur evidenziando attività illecite simili, le tre macro aree criminali si differenziano con riferimento alla vulnerabilità verso le infiltrazioni mafiose che, nel caso della provincia di Matera è rappresentata dalla particolare posizione geografica, vero e proprio snodo tra Puglia, Calabria e Campania.
In quel territorio, oltre agli stupefacenti, l’attenzione delle Forze di Polizia, della Magistratura e dell’Autorità Prefettizia è prioritariamente rivolta al contrasto dei tentativi di condizionamento della Pubblica Amministrazione5 e d’infiltrazione del tessuto economico-finanziario da parte della criminalità organizzata. Nel senso, il 17 gennaio 2022, il Prefetto di Matera ha istituito l’Osservatorio per la legalità “composto da rappresentanti delle istituzioni statali e locali, del settore finanziario e creditizio, delle associazioni di categoria, delle organizzazioni sindacali e degli altri soggetti rappresentativi interessati a vario titolo agli ambiti d’azione dell’Osservatorio che si propone come vero e proprio luogo di tutela della legalità, sede di approfondimento e confronto per individuare non solo i rischi ma anche le migliori strategie per azioni politico-amministrative a supporto di un’efficace azione di anticipazione e prevenzione”.
Nel medesimo ambito, altrettanto significativa è la sottoscrizione, il 18 maggio 2022, del “Protocollo d’Intesa per la legalità e la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale” fra l’Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza, i Sindaci dei Comuni di Matera, Montescaglioso, Bernalda, Pisticci, Policoro, Rotondella, Nova Siri ed il Commissario Prefettizio di Scanzano Jonico, teso a potenziare gli “strumenti di prevenzione amministrativa antimafia nei settori commerciali ed imprenditoriali” maggiormente esposti.
Nella recentissima riunione dell’Osservatorio convocato il 22 novembre 2022 il Prefetto, a fronte del rischio di sovra indebitamento e delle difficoltà delle imprese nell’accesso al credito, ha tra l’altro ribadito “l’importanza di comprendere alla luce dell’attuale difficile situazione congiunturale quali siano le prospettive socio-economiche a medio termine in termini di criticità dalle quali possono scaturire infiltrazioni della criminalità organizzata”.
Quanto alla zona di Potenza e del suo hinterland, le indagini condotte nel passato “hanno mostrato la presenza di sodalizi che oltre all’impegno nelle classiche attività del crimine organizzato (stupefacenti, estorsioni, usura, ecc) hanno mostrato una particolare attitudine nel mimetizzarsi nel tessuto della società civile, intessendo rapporti con il ceto imprenditoriale e politico, dedicandosi anche allo svolgimento di attività commerciali ed economiche apparentemente legittime”.
Anche nel capoluogo si registrano sottoscrizioni di Protocolli di legalità nel più ampio contesto di strategie adottate al fine di prevenire e contrastare ogni forma di illegalità e corruttela e per frenare le mire espansionistiche nei settori economici, pubblici e privati, da parte della criminalità organizzata. Nel senso, risultano numerose le interdittive che, nel semestre, il Prefetto di Potenza ha inteso emettere nei confronti di soggetti operanti nel settore dei giochi e delle scommesse online, di aziende edili ed agricole, nonché di società di servizi per la somministrazione di alimenti e bevande.
La zona del Vulture melfese continua ad essere caratterizzata dalla forte conflittualità fra le famiglie storiche del crimine organizzato che talvolta conosce anche momenti di pax mafiosa, nonché dalle sinergie tra la mafia autoctona e la vicina mafia foggiana, in particolare, con quella attiva nella limitrofa Cerignola (FG).
Nella parte meridionale della provincia di Potenza e, più precisamente, nel lagonegrese, si assisterebbe a tentativi d’infiltrazione nel tessuto economico ad opera delle più potenti organizzazioni mafiose campane e calabresi. Alla luce dei più recenti riscontri giudiziari, in Basilicata si riscontra anche l’operatività di diversi gruppi criminali stranieri che agiscono sinergicamente con i sodalizi mafiosi autoctoni soprattutto nel traffico degli stupefacenti. In tale ambito, emergenti soggetti apicali, sfruttando il carisma criminale evocato dalla loro presunta contiguità con organizzazioni criminali egemoni nel territorio, disegnerebbero nuove geometrie ed equilibri per imporsi e monopolizzare il peculiare mercato. Nel semestre in esame, nella regione lucana, sono stati registrati taluni episodi di danneggiamento e reati di natura predatoria12 ancora in fase di approfondimento investigativo allo scopo di delinearne l’esatta matrice.
Provincia di Potenza
Nel capoluogo potentino le influenze dei clan di camorra sono state documentate nell’indagine “Nautilus” conclusa dai Carabinieri l’11 gennaio 2022. Gli specifici elementi probatori hanno documentato come il complesso sistema illecito “diffuso su tutto il territorio nazionale e con operatività transnazionale” avrebbe permesso di riciclare il denaro illecitamente accumulato dalla camorra tramite le scommesse illegali e il gioco d’azzardo avvalendosi di un soggetto potentino, esperto nel settore del gioco illegale nonché punto di riferimento professionale per il gruppo dei CASALESI in quanto depositario di uno specifico know how in materia.
Sofisticate strategie criminose, concretizzatesi in attività corruttive finalizzate ad ottenere commesse e subappalti, sarebbero state riscontrate anche nel settore politico-amministrativo in cui sono emerse, peraltro, dinamiche e connivenze volte a screditare amministratori locali per ottenerne le dimissioni, come documentato dall’indagine della Polizia di Stato conclusa l’8 febbraio 2022 con l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari16 a carico di 15 persone tra le quali figurano politici locali, funzionari pubblici e appartenenti alle forze dell’ordine.
L’analisi compiuta sulle dinamiche criminali emerse nel capoluogo confermerebbe l’operatività del sodalizio MARTORANO-STEFANUTTI i cui vertici del sodalizio risultano ormai in posizione paritetica nella direzione del sodalizio e nella gestione delle attività delittuose. La citata compagine criminale avrebbe manifestato anche mire espansionistiche e collegamenti nella provincia di Matera e in tutto il territorio nazionale, stringendo alleanze sia con i gruppi regionali dei DI MURO-DELLI GATTI di Melfi (PZ) e degli SCARCIA-MITIDIERI di Policoro (MT), sia con analoghe strutture mafiose attive in Calabria18 anche in settori economici legali di cui il sodalizio avrebbe acquisito, direttamente o indirettamente (tramite prestanome), il controllo e la gestione.
Nel Comune di Pignola e con propaggini anche nell’hinterland del potentino continuerebbe ad operare il clan RIVIEZZI che, benché colpito dagli esiti investigativi dell’operazione “Iceberg” (aprile 2021), si sarebbe reso protagonista anche nel semestre di riferimento di una serie di attività illecite che confermerebbero la sua residuale capacità di intimidazione nel territorio quale “vera e propria autorità di governo dei rapporti inter-privati”, come rilevabile altresì nell’ordinanza di custodia cautelare che, il 25 gennaio 2022, la Polizia di Stato ha eseguito nell’ambito dell’operazione denominata “Giano”19. I riscontri acquisiti con quest’ultima operazione avrebbero attestato la peculiarità dell’azione criminale del clan in relazione “al settore elettivo di primario interesse operativo, ovvero il recupero crediti con modalità estorsive” ed anche in quello del traffico di armi e di sostanze stupefacenti. Sarebbe altresì emerso come i due reggenti del sodalizio pignolese gestissero le estorsioni commesse in danno di imprenditori e commercianti, acquisendo ingiusti vantaggi patrimoniali per il sostentamento del sodalizio stesso. Interessante al riguardo è il riferimento alla cd. “bacinella”, cassa comune in cui confluivano le cennate risorse illecite impiegate anche per “l’assistenza e il sostegno economico alle famiglie degli affiliati detenuti in carcere”.
Nell’ambito delle dinamiche criminali potentine sempre i RIVIEZZI hanno dato prova della propria forza anche in ragione, tra l’altro, dell’esistenza di contrasti con il clan MARTORANOSTEFANUTTI di Potenza, dissidi scanditi nel tempo e “alternati a fasi di pacifica convivenza (o di reciproco interesse)”. È ciò che risulta dalla lettura del provvedimento cautelare20 eseguito dalla Polizia di Stato il 10 giugno 2022 nell’ambito dell’inchiesta “Boomerang” avviata a carico di 2 soggetti, contigui al clan RIVIEZZI e ritenuti responsabili dell’attentato incendiario consumato il 10 aprile 2022 in danno di un’attività commerciale gestita da un elemento intraneo al contrapposto sodalizio MARTORANO-STEFANUTTI.
Nell’area del Vulture-Melfese invece non sono stati registrati episodi delittuosi tipici della rinnovata conflittualità fra i clan DI MURO-DELLI GATTI e CASSOTTA. Il tentativo dei DI MURO-DELLI GATTI di acquisire in regime monopolistico il controllo di alcune attività economiche è documentato da una recentissima operazione conclusa dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri il 1° luglio 202222, dalla quale emerge come il citato gruppo criminale avrebbe cercato di estendere i propri interessi nel mercato pugliese e in quello lucano. Sotto questo profilo le attitudini imprenditoriali del clan sono state documentate nel provvedimento di confisca di beni, per un valore di circa 1 milione di euro, eseguita dalla DIA il 29 marzo 2022 a carico di un esponente del clan da tempo residente in Emilia Romagna e sul quale gravano condanne definitive anche per associazione per delinquere di tipo mafioso.
Sempre a nord della regione e con riferimento alle alleanze con i vicini sodalizi pugliesi, l’operazione “Delivery” condotta dai Carabinieri il 19 marzo 2022 ha messo in evidenza reiterate condotte illecite connesse con il traffico di droga sull’asse Foggia-Potenza avviate da una stabile organizzazione, con base operativa e logistica nel Comune di Palazzo San Gervasio (PZ), che approvvigionava gli stupefacenti dal gruppo GAETA di Orta Nova (FG).
Nei Comuni di Rionero in Vulture, Melfi26 e Rapolla opererebbe il gruppo BARBETTA dedito prevalentemente ai reati connessi con gli stupefacenti, mentre nel territorio di Venosa sembrerebbe avere ancora una discreta influenza il clan MARTUCCI.
Nel circondario di Lagonegro e precisamente nel Vallo di Diano, compreso tra le province di Salerno e di Potenza, sarebbe in atto “una vera e propria colonizzazione criminale” da parte dei sodalizi mafiosi attivi nei confinanti territori campani e calabresi28. Nella medesima area del potentino rilevano anche gli esiti dell’indagine “Zero” che hanno evidenziato l’operatività di un soggetto considerato “al centro di una fitta rete di rapporti di credito di natura usuraia”.
Provincia di Matera
A Matera e su tutto il litoraneo jonico30 risulterebbero ancora attivi gli storici clan SCARCIA, MITIDIERI e SCHETTINO i quali, seppur frammentati, opererebbero in un rapporto di reciproca e forzata convivenza31. Sull’attuale instabilità degli equilibri interni al clan degli SCHETTINO talune inchieste giudiziarie dimostrerebbero le difficoltà del sodalizio a mantenere il controllo diretto del traffico degli stupefacenti da sempre considerato il suo corebusiness.
Ulteriore conferma discenderebbe dagli esiti dell’indagine “Circe”, conclusa il 18 maggio 2022 dai Carabinieri, che descriverebbero uno scenario di allarmante gravità sia per l’impiego di minori nell’attività di spaccio, sia per la pianificazione di gravi atti intimidatori al fine di imporsi nel peculiare ambito del mercato della droga. Singolare risulta il profilo di una donna ritenuta partecipe del clan SCHETTINO la quale, con il suo ruolo di vertice, avrebbe intrattenuto “rapporti con i trafficanti/fornitori in ordine agli approvvigionamenti ed i relativi pagamenti”, imponendone le strategie anche con riferimento alla “continua ricerca di mercato sulla convenienza del rapporto qualità prezzo” al fine di attrarre quei consumatori solitamente riforniti da altri spacciatori.
Nell’area della fascia jonica/metapontina i sempre più floridi settori dell’agroalimentare e del turismo balneare attirerebbero gli interessi convergenti della criminalità calabrese e tarantina. Per quanto riguarda quest’ultima, segnali in tal senso si rinvengono nell’inchiesta che il 23 marzo 2022 la Guardia di finanza ha concluso a carico di un’associazione per delinquere finalizzata alle truffe aggravate in danno dell’INPS, ritenuta responsabile di aver consentito ad un cospicuo numero di persone di beneficiare indebitamente delle indennità relative a disoccupazione, malattia e maternità. Gli indagati avrebbero utilizzato 17 imprese, opportunamente costituite ed intestate a prestanome, tramite le quali avrebbero nel tempo creato centinaia di rapporti di lavoro al fine di ottenere dall’INPS le indennità previste dalla normativa a sostegno della manovalanza di settore.
Infine, resta ancora percepibile nel materano il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori stranieri nell’agricoltura. In occasione della riunione del Tavolo Permanente Anticaporalato, convocata nell’ambito del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione alla Prefettura di Matera il 28 aprile 2022, l’Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza ha esaminato le criticità legate alla sistemazione alloggiativa dei numerosi lavoratori stagionali impegnati nei lavori agricoli nel Metapontino. L’obiettivo del Tavolo era proprio quello di avviare tempestivi interventi di prevenzione, anche temporanei, volti ad evitare che situazioni di degrado potessero agevolare i “caporali” nelle attività criminali connesse con lo sfruttamento delle manovalanze.
potrebbe interessarti anche
Santa Cecilia Taranto, il racconto della nottata
Paura a Brindisi: in fiamme azienda di smaltimento rifiuti
Sciopero 29 novembre, UIL e CGIL in piazza: ‘Stop tagli a enti locali’
Sanzioni meno severe per reati ambientali più gravi, Nitti: ‘Paradosso’
Bari, ospedale covid in Fiera: Lerario e Mercurio rinviati a giudizio
Speciale: il Natale dei tarantini raccontato da Antonio Fornaro