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Alfonso Pisicchio

Inchiesta Pisicchio, un “gelato” per avere fondi e assumere parenti

BARI – Un “gelato” per ottenere i fondi regionali; un “contratto di programma”, invece, per dare contributi. Il tutto, per ricevere in cambio assunzioni di amici e parenti, anche fittizie.

Emergono nuovi dettagli dalle carte dell’inchiesta che 48 ore fa ha portato ai domiciliari Alfonso Pisicchio, ex assessore all’Urbanistica della prima Giunta Emiliano, e suo fratello Enzo, insieme ad altri cinque indagati tra professionisti e imprenditori. Secondo l’accusa, la richiesta di assunzioni era “una costante” dell’operato di Enzo Pisicchio, che avrebbe sfruttato le sue conoscenze in Regione per oliare tutte le pratiche burocratiche.

Offrire un “gelato” significava assumere personale nelle imprese che beneficiavano di commesse pubbliche da parte della Regione Puglia.

La richiesta illecita, registrata dalle microspie in un ristorante di Monopoli, nel 2019 durante una cena con il broker assicurativo Cosimo Napoletano, finito in carcere, e l’avvocato Paolo Scarpa, referente dell’imprenditore veneto Diego De Fecondo, di 60 anni, titolare della Nir. La società, che opera nel campo dell’innovazione tecnologica, attraverso una polizza fidejussoria falsa, ha ricevuto nel 2019 dalla Regione il 50% di un contributo complessivo di 6,2 milioni per erogare aiuti alle imprese per servizi per la gestione digitalizzata degli impianti.

Altro caso – ma molto simile – quello della BvTech spa che per ottenere un finanziamento da 9 milioni di euro, avrebbe concordato con i Pisicchio un accordo che viene definito più volte nelle intercettazioni “contratto di programma”. In sintesi, soldi per l’assunzione dei rispettivi figli e di militanti politici, pagamento di iniziative elettorali di Alfonso e della festa di laurea di Rebecca Pisicchio

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