BARI – Trentaquattro politici e quarantatré vip. Sarebbero i nomi noti spiati da Vincenzo Coviello, ex dipendente di Intesa Sanpaolo licenziato dalla banca e al centro di un’inchiesta della procura di Bari per avere fatto dalla sua sede Agribusiness di Bisceglie 6.637 accessi abusivi, visionando i movimenti bancari di 3.572 clienti di 679 filiali dell’istituto. Di tutta questa mole di intrusioni, fatta in poco più di due anni tra il febbraio 2022 e l’aprile scorso, secondo fonti accreditate sarebbero quindi poche decine quelle riguardanti esponenti politici, dello sport e dello spettacolo mentre 70 riguarderebbero figure interne alla banca, per lo più posizioni apicali e manager. I restanti accessi riguarderebbero persone fisiche e giuridiche che in qualche modo avevano incrociato la sfera personale, locale e professionale dell’ex dipendente. E nessun file sarebbe stato scaricato. In molti casi si tratta di accessi avvenuti una sola volta e il tempo di accesso e consultazione dei conti sarebbe stato di pochi minuti o addirittura secondi. Un’attività a tappeto, dunque, che avrebbe riguardato anche i movimenti delle carte di credito che in sede disciplinare l’uomo ha detto di avere fatto da solo e per curiosità personale. A partire da ottobre 2023, ovvero da quando il sistema di controllo della banca ha individuato le anomalie, non sono più avvenuti accessi nei confronti di conti di personalità con rilievo pubblico.
Quali che siano stati il movente e gli obiettivi del bancario infedele, indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, l’estrema facilità con cui ha avuto accesso ai conti suscita molti interrogativi sui sistemi di sicurezza interni alla banca. Tanto che l’istituto ha deciso di nominare il generale Antonio De Vita, ex comandante interregionale dei carabinieri “Ogaden” di Campania, Puglia, Basilicata, Abruzzo e Molise, nel ruolo di chief security officer del gruppo.
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