La Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e la Procura Nazionale Antimafia stanno indagando su una rete di hacker dedita allo spionaggio industriale, accusata di aver clonato o utilizzato abusivamente un indirizzo email assegnato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Corriere della Sera riporta che, secondo gli atti dell’inchiesta e alcune intercettazioni, la complessità tecnica delle indagini, condotte dai carabinieri di Varese, ha portato il pm De Tommasi a descrivere la situazione come “inquietante per i possibili scenari che apre”.
Clonata e-mail del presidente Mattarella
Uno degli arrestati, Nunzio Samuele Calamucci, consulente informatico e investigatore privato, legato all’ex “superpoliziotto” Carmine Gallo, avrebbe dichiarato di aver intercettato o utilizzato abusivamente, attraverso un gruppo denominato “Campo Volo”, un indirizzo email assegnato alla massima carica dello Stato. In un’intercettazione, Calamucci raccomanda: “Stampatela da una stampante non riconducibile”. Aggiunge inoltre che l’email sarebbe stata inviata a venti persone, sottolineando che “è intestata a Mattarella con nome e cognome, e se controllano l’account vedranno che è del Presidente della Repubblica”.
“Ho 800mila dati riservati”
Calamucci avrebbe avuto accesso a un hard disk contenente “ottocentomila Sdi”, informazioni riservate dalla banca dati delle forze dell’ordine. In un’intercettazione dello scorso gennaio, Calamucci afferma di possedere queste informazioni, mentre in un’altra conversazione del novembre 2023 esprime preoccupazione riguardo il trasferimento di dati di “sei, sette milioni di chiavette” in suo possesso, una mole pari a “15 terabyte” di informazioni riservate.
Contatti con mafie e servizi segreti
Il pm Francesco De Tommasi sottolinea negli atti che la presunta associazione per delinquere avrebbe legami “di alto livello”, sia con ambienti mafiosi sia con servizi segreti, inclusi quelli stranieri. Gli indagati si vanterebbero inoltre di poter intervenire su indagini e processi, con la struttura del gruppo, legato alla società Equalize, organizzata “a grappolo” e con ogni collaboratore dotato di contatti nelle forze dell’ordine per acquisire dati illegalmente.
Tajani: “Minaccia inaccettabile alla democrazia”
Il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha commentato l’inchiesta dichiarando: “Quando parliamo di sicurezza, non ci riferiamo solo alla sicurezza nelle strade ma anche alla protezione dei dati riservati. L’utilizzo illecito di questi dati rappresenta una minaccia alla democrazia. Questa storia dei dossier è inaccettabile, così come l’abuso delle intercettazioni finalizzate alla pubblicazione”.
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