Una mostra multimediale, frutto di una lungimirante riflessione etno-antropologica, corroborata da un’indagine sul campo e da un fondo archivistico di documenti sonori, fotografici e cinematografici raccolti da Anna Bella Rossi dopo la seconda guerra mondiale, ricorda a Lecce la studiosa di antropologia culturale a 40 anni dalla scomparsa.
Fortemente voluta dal Polo Biblio museale diretto da Luigi De Luca, la mostra, visitabile sino al 30 settembre, accende un faro sulla fatica del vivere della civiltà contadina quando nella “terra del rimorso” – tanto decantata da Ernesto de Martino – tutto era fatica, mal di vivere, superstizione, e ci si rivolgeva ai santi per essere guariti ed esorcizzare il male fisico e psichico perché la medicina non era in grado di compiere miracoli.
Non solo momenti straordinari, legati al morso del ragno e al tarantismo con liturgie al suono di violino e al ritmo del tamburello, ma anche momenti ordinari di vita quotidiana intrecciati agli antichi mestieri e alla devozione manifestata ai piedi di statue di santi snocciolando i grani del rosario con candele in mano in attesa della grazia sottoforma di guarigione. “Il Salento di Annabella Rossi. La ricerca visiva sul tarantismo e oltre” attraverso i pannelli e i filmati che si dipanano negli spazi della Biblioteca Bernardini (ospitata nell’ex Convitto Palmieri) altro non è che un viaggio nel tempo nei retaggi della cultura meridionale da guardare da un’altra prospettiva.
Il progetto, frutto della collaborazione tra il museo delle Civiltà, l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale e il Polo Biblio-Museale di Lecce, a cura di Vincenzo Santoro, porta alla ribalta volti, paesaggi, costumi, antichi mestieri, l’abilità manuale degli artigiani in contesti sociali legati alla raccolta, all’infilzamento e all’essiccazione delle foglie di tabacco ormai svaniti in una società tesa a industrializzarsi subito dopo il boom economico. Un’eredità preziosa in bianco e nero per non dimenticare chi siamo e da dove veniamo è quella in mostra della studiosa Anna Bella Rossi che ha scavato nei recessi del mondo rurale e ha consegnato ai posteri per mantenere in vita il nostro straordinario patrimonio immateriale a colori.
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