ANDRIA – Non si attenuerà mai il dolore della città di Andria per la morte della piccola Graziella Mansi. Era il 19 agosto del 2000 quando la bambina di otto anni veniva barbaramente uccisa dai suoi aguzzini, che l’hanno adescata nei pressi delle campagne di Castel del Monte per poi assassinarla tra atroci abusi e torture.
Pasquale Tortora, 18enne reo confesso, era stato condannato a 30 anni di carcere con il rito abbreviato mentre gli altri quattro assassini, con sentenza definitiva, venivano condannati al fine pena mai: Michele Zagaria, all’epoca dei fatti 25enne, il 21enne Domenico Margiotta e i 19enni Vincenzo Coratella e Giuseppe Di Bari.
Il 14 dicembre del 2008, a 27 anni, Coratella si è impiccato in una cella del carcere di Lecce, reiterando la sua innocenza insieme agli altri tre compagni ergastolani.
A distanza di 23 anni da un delitto che ha segnato in maniera indelebile la comunità federiciana, il sindaco di Andria Giovanna Bruno ha scelto di ricordare Graziella con un lungo messaggio d’amore. Un anno fa, l’amministrazione comunale ha lavorato per donare alla piccola vittima un giaciglio definitivo all’interno del cimitero cittadino, così come la lapide presso la fontana di Castel del Monte e un parco alla periferia della città, per la cura del quale il primo cittadino si affida nuovamente al senso civico dei residenti del quartiere e non solo.
«Il mio desiderio era questo – si legge nel messaggio di Giovanna Bruno – che intorno alla tua tragedia ci fosse memoria collettiva, sempre». Andria non ha abbandonato Graziella Mansi e il ricordo resta nei luoghi frequentati quotidianamente dalla comunità cittadina. Con il monito su un dramma che non deve più ripresentarsi.
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