Gabriele Gravina, presidente della FIGC

Gravina: ‘Spalletti? Non ha senso interrompere dopo soli 8 mesi’

Dopo la vergognosa eliminazione dell’Italia da Euro 2024 per mano della Svizzera, che a confronto degli azzurri sembrava il Brasile dei tempi migliori, ha parlato anche Gabriele Gravina, presidente della Figc.

“Ieri sera abbiamo iniziato a confrontarci con Luciano Spalletti – ha detto il numero 1 del calcio italiano -. Abbiamo solo un modo per poter affrontare questa situazione: capire che quando si cade, come è successo a noi, bisogna avere la capacità di rialzarsi con idee e lavoro. Affronto i problemi con il lavoro, non ho la cultura di scappare davanti alle difficoltà”.

“Ho parlato con Spalletti e non ha senso interrompere un progetto pluriennale iniziato solo otto mesi fa – ha aggiunto Gravina – C’è delusione per l’incapacità di reagire ai limiti oggettivi con una risposta diversa, una delusione su cui dobbiamo riflettere. Abbiamo riflettuto tutti insieme, dividendo le nostre responsabilità. Siamo tutti responsabili”.

Fiducia e valorizzazione del talento: il progetto di Spalletti al Centro della Federcalcio

“Nel cuore del progetto pluriennale della FIGC, Luciano Spalletti riveste un ruolo centrale. Nonostante le difficoltà avute nell’utilizzare al meglio i calciatori a disposizione, la dirigenza conferma piena fiducia nel tecnico. A sessanta giorni dall’inizio di nuovi impegni, è irrealistico aspettarsi miracoli, come la fioritura di campioni alla Mbappé, Ronaldo o Messi. La nostra politica deve continuare a valorizzare i talenti già presenti, un compito che si riflette anche nelle nostre nazionali giovanili, tutte qualificate alle fasi finali, un primato unico tra le Federazioni”.

Critiche e governance

“Le critiche sono sempre dolorose, ma possono essere costruttive. Le richieste di dimissioni, invece, non trovano spazio in una governance federale. Il mio mandato scadrà a marzo 2025 e le elezioni si terranno dopo le Olimpiadi. Questo è il contesto democratico in cui si deciderà il futuro”.

Leggi e giovani

“L’imposizione di giovani calciatori nei club è ostacolata da leggi nazionali e internazionali. Con il 67% di stranieri in Serie A, resistiamo alla liberalizzazione del tesseramento straniero, consapevoli che i settori giovanili e le strutture sono investimenti fondamentali. Nonostante le opposizioni interne, il nostro impegno rimane verso la valorizzazione dei giovani talenti”.

Obiettivo Mondiale 2026

“La qualificazione al Mondiale del 2026 è una priorità indiscutibile. Il progetto con Spalletti mira a questo obiettivo, anche se garantire risultati è impossibile. La nostra attenzione rimane sul gruppo attuale e sulla capacità di tirare fuori il meglio dai nostri giovani, consapevoli che fallire la qualificazione sarebbe disastroso”.

Futuro della Federcalcio

“Non è ancora il momento di decidere su una mia possibile ricandidatura. Il percorso iniziato ieri sera punta a evitare errori passati, con il supporto di tecnici esperti e la costituzione di un organo consultivo per il presidente federale”.

Sfide e opportunità

“Dalla mancanza di valorizzazione dei giovani talenti alla necessità di una legge che supporti i settori giovanili, il nostro sistema deve affrontare molte sfide. I ragazzi straordinari dell’Under 17 ne sono un esempio, ma spesso non giocano nemmeno nel campionato Primavera. La federazione deve avere un ruolo più incisivo e le critiche devono confluire in percorsi chiari di miglioramento”.

Confronto e strategia

“Il confronto con il gruppo è stato deludente per le prestazioni, non per l’impegno. Le seconde squadre sono essenziali, ma leggi come quella sul vincolo sportivo rappresentano un ostacolo. Il dibattito sullo ius soli continua, ma è necessario un sistema coeso per trovare soluzioni efficaci”.

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