È scontro aperto tra il Governo e la Regione Puglia sulla gestione dell’acqua pubblica. Il governatore Michele Emiliano ha duramente criticato la decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge regionale che garantisce la gestione pubblica del sistema idrico da parte di Acquedotto Pugliese, definendola “una vera e propria dichiarazione di guerra nei confronti dei cittadini pugliesi e italiani che credono nella proprietà pubblica dell’acqua”.
Il governo, supportato dal parere dell’Antitrust, ritiene che la legge presenti profili di incostituzionalità e problematiche di concorrenza. Secondo l’Autorità, la costituzione di una “società veicolo” per le quote dei Comuni pugliesi sembra mirare a favorire l’affidamento diretto del servizio idrico integrato ad Acquedotto Pugliese, interferendo con le modalità di affidamento riservate per legge all’Ente di governo.
Il presidente Emiliano ha promesso una forte reazione, sottolineando come la gestione pubblica del servizio idrico in Puglia abbia garantito efficienza, sostenibilità e accesso equo alla risorsa idrica, con tariffe contenute e creazione di valore per la collettività.
Il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ha replicato ricordando il suo ruolo nel mantenere pubblico l’Acquedotto Pugliese nel 2000, accusando di polemica infondata le critiche, soprattutto del Pd. Il capogruppo dem al Senato, Francesco Boccia, ha denunciato l’intervento del governo come un tentativo di privatizzare il servizio idrico pubblico, celato dietro una distorta interpretazione delle norme comunitarie sulla concorrenza.
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