Nel corso dell’incontro con il commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari allo svolgimento dei XX Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, la delegazione del Comune di Taranto, guidata dal sindaco Rinaldo Melucci, ha definito la lista degli impianti riferibili alla città titolare dell’evento e cristallizzato la relativa provvista finanziaria, che nell’attesa di risorse auspicabilmente più adeguate all’importante manifestazione internazionale, entrerà nella revisione del masterplan esistente che Massimo Ferrarese offrirà all’esecutivo nazionale, prevedibilmente nella prossima settimana.
«Sul plafond a oggi autorizzato di 150 milioni di euro – fa sapere il sindaco Melucci – alla città di Taranto verranno destinati almeno 87 milioni di euro, dei quali al momento è previsto che il soggetto attuatore resti lo stesso Comune di Taranto. C’è dunque soddisfazione, sebbene desti ancora una certa preoccupazione e resti da chiarire come il Governo intenda far fronte rapidamente ai maggiori costi dei materiali intervenuti negli ultimi mesi e a determinate fondamentali infrastrutture di contesto, incluso il Villaggio Mediterraneo, come pure a tutta la spesa corrente per l’organizzazione da qui al 2026. Nel particolare, gli interventi confermati a Taranto dal commissario risultano i seguenti:
a) nuovo stadio Iacovone per 28 milioni di euro;
b) centro nautico ex Stazione Torpediniere per circa 15 milioni di euro;
c) centro polivalente indoor Ricciardi per 12 milioni di euro;
d) riqualificazione PalaMazzola per 4 milioni di euro;
e) completamento stadio di atletica Valente per 3 milioni di euro;
f) riconfigurazione dei campi sportivi Paradiso per 4 milioni di euro;
g) allestimenti playground di Villa Peripato per 1 milione di euro;
h) stadio del nuoto di Torre d’Ayala per un importo in fase di revisione, che al momento parte dalla disponibilità residua di circa 20 milioni di euro.
Dobbiamo correre, confidiamo nei poteri del commissario, che adesso ha tutti gli elementi, almeno in relazione agli impianti sportivi del capoluogo ionico, per procedere alle rimesse finanziarie e alle singole gare. Gli abbiamo suggerito un’ulteriore sessione tecnica prima della ristesura da parte dei suoi uffici del masterplan, perché il fabbisogno delle opere, per quanto comunicatoci sin qui dal Comitato internazionale, andrebbe contemperato con lo svolgimento di quasi 30 discipline sportive in meno di 15 giorni, e preferibilmente nell’arco di 45 km dalla città ospitante. È un esercizio complesso, che riguarda anche accoglienza e trasporti, temi essenziali purtroppo ancora fuori dall’agenda e dalle possibilità del commissario, che intendiamo sostenere in questo senso.
Al Governo chiediamo di provvedere presto alle ulteriori risorse necessarie, che potrebbero rinvenirsi tra misure FSC e CIS Taranto, come anche invochiamo urgente chiarezza sulle sorti del Comitato Mediterraneo, che tra le altre questioni, deve occuparsi della sicurezza, della formazione dei volontari, delle cerimonie ufficiali e del marketing dell’evento, solo per citare alcuni esempi assai importanti. Circa lo stadio Iacovone siamo arrivati a una buona sintesi tecnico-economica tra il lavoro progettuale svolto dal Comune di Taranto e le esigenze espresse dal commissario, soprattutto in relazione alla dotazione finanziaria disponibile e al cronoprogramma di esecuzione dei lavori.
Regolare pianta all’inglese, copertura integrale e fino a 23 mila posti a sedere, dovrebbe risultare una soluzione che lascia tutti contenti. Ora confidiamo che le proposte operative guardino con attenzione a una sostenibile eredità nel modello di gestione futura del principale impianto comunale. Mentre, per lo stadio del nuoto a Torre d’Ayala occorrerà adeguare il quadro economico, ma non è certo in discussione che Taranto avrà la sua piscina da 50 m, con un significativo impatto rigenerativo sull’ambiente urbano.
E infine, siamo particolarmente felici che il Commissario abbia accolto il nostro progetto per il primo impianto di atletica indoor polivalente del sud Italia al quartiere Salinella, che resterà intitolato Ricciardi. Ritengo, insomma, di poter affermare che la macchina si è finalmente messa in moto, ma adesso non c’è più margine di errore, soprattutto da parte del Governo che deve chiudere la partita dei fondi, con un occhio di equità, rispetto a quanto sta facendo per Milano-Cortina 2026».
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