Al G7 di Borgo Egnazia i Capi di Stato e di Governo parleranno anche di clima e ambiente. Ma ancora non è chiaro come le discussioni guidate dalla Presidenza italiana si rifletteranno sulle conclusioni del Vertice.
Quello che è certo è che i leader G7 non potranno trascurare queste sfide fondamentali e dovranno dare un segnale forte per presentarsi con le carte in regola alla COP29 di Baku sul clima e alla COP16 di Cali sulla biodiversità che si svolgeranno entrambe a fine anno.
Affinché il risultato sia all’altezza delle aspettative e delle urgenti sfide climatiche e ambientali, i leader G7 dovranno dimostrare una forte ambizione su 5 priorità fondamentali:
- Assicurare un impegno ambizioso dei Paesi G7 per il clima, a partire dalla necessaria attuazione del Global Stocktake adottato alla COP 28 di Dubai, definendo impegni ambiziosi e National Determined Contributions (NDCs) in linea con l’obiettivo comune di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. I Paesi G7 dovranno stabilire obiettivi e percorsi chiari per l’eliminazione dei combustibili fossili entro il 2040, attraverso la definizione di piani per arrivare al 100% dell’approvvigionamento energetico da fonti di energia rinnovabili e il massimo (almeno il raddoppio) di efficienza energetica. Occorrerà riconfermare l’impegno preso dal G7 Clima, Energia e Ambiente di abbandonare definitivamente il carbone a inizio degli anni 2030. Ma sarà necessario colmare alcune lacune evidenti quanto cruciali, ovvero la mancanza di piani e tappe per l’abbandono anche degli altri combustibili fossili, il cui uso è incompatibile con l’obiettivo 1,5°C. Il WWF si augura che la Presidenza italiana non insista nel promuovere divisioni tra i G7 su dilazioni e false soluzioni, come quella nucleare: oltretutto le tecnologie richiamate dal dibattito pubblico italiano e da alcuni Paesi (non tutti) nel comunicato finale della ministeriale Clima di Torino o non esistono (fusione) o sono lontane dall’essere commerciate e disponibili, sicuramente non sono sicure.
- Assicurare un’attuazione rapida ed effettiva del Quadro Globale per la Biodiversità di Kunming-Montreal (GBF), attraverso l’adozione delle Strategie e dei Piani di Azione per la Biodiversità in vista della COP 16, garantendo la giusta ambizione, oltre che adeguate risorse finanziarie, per il raggiungimento dell’obiettivo di conservare e gestire efficacemente almeno il 30% delle aree terrestri e delle acque interne e almeno il 30% delle aree marine e costiere entro il 2030.
- Accrescere i finanziamenti per il clima e la natura, impegnandosi per un nuovo obiettivo collettivo quantificato in materia di finanza per il clima adeguato alle necessità dei Paesi più vulnerabili e attuando con urgenza gli obiettivi finanziari del Quadro Globale per la Biodiversità, con particolare riferimento al Target 19a, che richiede un aumento del totale delle risorse finanziarie internazionali legate alla biodiversità dai Paesi sviluppati ai Paesi in via di sviluppo (almeno 20 miliardi di dollari all’anno entro il 2025 e almeno 30 miliardi di dollari all’anno entro il 2030), così come richiamato nel comunicato finale della Ministeriale Clima, Energia e Ambiente.
- Affrontare la doppia crisi del clima e di perdita di biodiversità in tutti i settori socioeconomici, per garantire una transizione inclusiva verso sistemi agricoli e alimentari resilienti e sostenibili, eliminare la deforestazione e la conversione di habitat naturali dalle catene di approvvigionamento delle materie prime agricole, proteggere e ripristinare in modo sostenibile gli ecosistemi marini e le zone costiere.
- Costruire una partnership paritaria con l’Africa per accelerare l’eliminazione dei combustibili fossili, garantire l’accesso universale alle energie rinnovabili, sostenere il finanziamento per l’adattamento climatico e il raggiungimento dell’obiettivo 30×30.
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