“Le democrazie vivono un’impasse culturale, progettuale e tecnologica. Sono lente, rinchiuse su se stesse. Si guardano allo specchio e si dicono: ma che bella che sono. Uguale ha fatto Roma nella candidatura all’Expo”. Così su Fatto Quotidiano l’archistar Massimiliano Fuksas.
“L’esposizione universale è un investimento nel futuro, è il lancio di un progetto visionario, la fabbrica del mondo che verrà, Roma si è presentata con la foto del Colosseo – aggiunge -. Straordinario esempio di rendita parassitaria. Avrei proposto un’altra città, per esempio Taranto. E con l’Expo mi sarei impegnato a farla divenire la città più bella al mondo. Avrei scelto il luogo della contraddizione tra vita e lavoro, salute e progresso”.
”Taranto sarebbe stata la perfetta piattaforma per dire al mondo che la scienza è capace di trasformare il nero in bianco: l’Ilva in un complesso industriale pulito grazie all’idrogeno – spiega Fuksas -. E il quartiere operaio e maledetto di Tamburi rifatto dalla testa ai piedi con le case green. Ecco: esposizione universale della transizione ecologica. Oggi siamo così, domani il mondo diverrà così”.
CHI È MASSIMILIANO FUKSAS
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