BARI- Avrebbero omesso di versare l’imposta sul valore aggiunto nel commercio di telefonini e per questo motivo due partenopei e prestanomi pugliesi (delle province di Bari e Foggia), soci e amministratori di tre società operanti nel settore del commercio di telefonini sono stati raggiunti da un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di circa 8 milioni di beni.
A emettere la misura il procuratore della Repubblica di Napoli nelle regioni della Campania, Puglia e Lazio. Sono stati i finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli a confiscare circa 8 milioni di euro. Nel corso delle perquisizioni di stamane, 10 maggio, sono state sequestrate liquidità non dichiarate presso le abitazioni dei prestanomi baresi e foggiani, sequestrate automobili, automezzi. Effettuate perquisizioni presso le camere di commercio e gli uffici di motorizzazione.
Le investigazioni, condotte dal 1° nucleo Operativo metropolitano della Guardia di Finanza di Napoli, sono scaturite da un controllo in materia di lavoro “nero” nei confronti di una delle società coinvolte e hanno permesso di documentare il fraudolento modus operandi finalizzato a un utilizzo strumentale della cosiddetta “inversione contabile dell’iva” (c.d. reverse charge); le società in questione, infatti, hanno acquistato telefoni cellulari senza iva omettendone il relativo versamento all’atto della rivendita.
In tal modo, il rilevante debito d’imposta nei confronti dell’Erario non è stato in alcun modo ripianato in quanto le società indebitate sono state svuotate ad arte dei loro beni per evadere il Fisco.
I finanzieri sono riusciti di fatto a dimostrare la continuità aziendale tra le tre società, che hanno tutte mantenuto la stessa sede operativa, impiegato gli stessi dipendenti, nonché la medesima piattaforma e-commerce.
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