“L’emergenza energetica sta schiantando il Paese, migliaia di aziende rischiano la chiusura e milioni e milioni di italiani non ce la fanno a causa delle bollette impazzite e per l’aumento dell’inflazione. Serve quindi una misura immediata: le risorse ci sono, è inutile fare il gioco delle tre carte chiedendo nuovi scostamenti di bilancio. Bisogna prendere quei 40/50 miliardi di extra profitti che sono depositati nelle tasche delle grandi imprese energetiche di questo Paese e metterle a disposizione delle famiglie e delle imprese. Il costo delle bollette e dell’energia schizza per ragioni speculative, è bene ricordarlo sempre”. A dichiararlo è Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, nel corso de Il Punto, approfondimento politico di Antenna Sud.
SALARI – “L’Italia è l’unico Paese d’Europa in cui negli ultimi 30 anni, non negli ultimi tre, quelli del covid e della guerra, i salari sono andati indietro, hanno il segno meno. Non ci sono altri casi in Europa. Pertanto, difronte a un’inflazione così forte occorre mettere in campo strumenti di protezione del potere d’acquisto degli stipendi e delle pensioni”.
NUCLEARE – “Qualora la crisi energetica ci spingesse al nucleare, sarebbe una gigantesca sciocchezza. Tutti gli studi indipendenti e delle grandi università del mondo ci dicono che il nucleare, compreso quello pulito di quarta generazione che resta una chimera, ha costi enormi. Per esempio, il piano presentato da Carlo Calenda si aggira tra i 275 e i 400 miliardi. Nessuno lo dice agli italiani, ma questi sono i costi di cui stiamo parlando. Senza tralasciare gli enormi problemi di sicurezza. Quindi, credo sia arrivato il momento di investire sull’energia rinnovabile”.
REDDITO DI CITTADINANZA – “Penso sia uno strumento utilissimo, una delle poche misure che ho votato quando M5S e Lega erano sulla scena. In un Paese che si impoverisce, è necessario adottare strumenti di protezione e inclusione. Il reddito di cittadinanza non è una concessione, ma un diritto del cittadino che deve vivere con dignità. Credo che l’errore sia stato quello di sovrapporre questa misura al mancato potenziamento e all’ammodernamento delle politiche attive, altrettanto importanti per il nostro Paese“.
JET PRIVATI – “È chiaro che non pensiamo di risolvere il problema del clima con i jet privati, ma poniamo un problema semplice: un privato cittadino in questo momento non può entrare nei centri abitati con la propria auto perché è inquinante. Giusto e comprensibile, ma è meno comprensibile che una persona scelga di usare il suo jet privato per un aperitivo in aereo inquinando come 4 persone in un anno intero. È stato il governo liberale di Macron ad aver posto per primo in Europa il tema. Finalmente ne stiamo discutendo anche noi. La nostra scelta è stata quella di aprire un dibattito”.
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