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Fondi in arrivo per pescatori di ricci: Regione stanzia risorse

I soldi ci sono, verranno attinti dal Feampa e da risorse accantonate del bilancio autonomo. La Regione sta quantificando importo e modalità dei ristori ai pescatori di ricci con licenza, fermi per lo stop triennale previsto dalla legge regionale in vigore dal 5 maggio 2023.

La legge, nella versione originaria presentata, prevedeva fin da subito i ristori, tuttavia, per l’urgenza di fermare il prelievo massiccio e indiscriminato che stava portando i ricci all’estinzione, fu approvata con l’impegno di reperire successivamente i fondi per gli indennizzi ai pescatori. Ora, con l’ok del consiglio regionale alla mozione (solo due gli astenuti), la Regione dovrà provvedere a erogare i ristori. Impegno ribadito in aula dal presidente Emiliano e dall’assessore Pentassuglia.

Dopo numerosi incontri con i pescatori (meno di cento i subacquei con licenza in tutta la Puglia; il doppio, se si considerano anche quelli autorizzati alla pesca con arpione), si stanno definendo le modalità per ristorare quelli in regola con gli adempimenti previdenziali, sulla base dei ricavi dichiarati negli ultimi tre anni. Per gli altri, invece, si stanno studiando forme d’indennizzo alternative, coinvolgendoli nelle attività di cura del mare, dalla pulizia dei fondali alle azioni di ripopolamento.

Proprio a questo proposito, i risultati molto incoraggianti in questo primo anno di fermo pesca. Finalmente i ricci di mare stanno tornando a riprodursi e ne avranno tutto il tempo nei prossimi due anni, anche grazie ai controlli sempre più serrati delle forze dell’ordine per stanare i pescatori di frodo e sanzionarli.

La Regione si attiverà presto anche sul fronte della sensibilizzazione, sollecitata per dar seguito a un altro capitolo importante della legge, che prevede campagne di informazione e comunicazione per coinvolgere tutti gli amanti del mare in questa battaglia collettiva.

Dal ripopolamento dei ricci dipende il futuro dell’ecosistema marino, sempre più fragile e a rischio. Rinunciare ai ricci oggi vuol dire difendere il nostro mare ed entrare in un’ottica di consumo sostenibile e consapevole delle sue risorse.

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