A meno di tre giorni dall’aggressione di tre poliziotte da parte di una detenuta con problemi psichiatrici, nel carcere di Foggia la situazione si ripete.
Giovedì 13 giugno, intorno alle ore 13.00, un detenuto di origine barese ha chiesto di parlare con il responsabile di reparto. Alla risposta che sarebbe arrivato a breve, il detenuto ha aggredito improvvisamente un poliziotto con calci e pugni, scaraventandolo a terra.
Un secondo agente, intervenuto per difendere il collega, è stato anch’esso colpito, ma è riuscito a portare entrambi fuori dal reparto, mettendoli in salvo.
Il detenuto ha poi danneggiato la postazione di servizio, distruggendo arredi e suppellettili.
Con l’arrivo dei rinforzi, l’ordine è stato ristabilito e i due poliziotti sono stati portati al pronto soccorso, dove sono stati dimessi in serata con una prognosi di 7 giorni.
Il SAPPE, sindacato autonomo della polizia penitenziaria, denuncia la continua violenza verso il già carente organico della polizia penitenziaria di Foggia.
Il sindacato accusa l’amministrazione penitenziaria di irresponsabilità per la gestione dei detenuti violenti, che spesso vengono trasferiti in carceri più vicine alle loro residenze senza subire reali conseguenze.
Inoltre, il SAPPE critica la mancanza di provvedimenti punitivi efficaci e denuncia l’inerzia delle autorità preposte alla tutela dei diritti dei detenuti, che raramente si schierano a favore dei poliziotti feriti.
Il sindacato annuncia un esposto alla Procura della Repubblica di Foggia contro il Ministero della Giustizia e il DAP per la gestione delle carceri pugliesi, accusandoli di violare le leggi e mettere a rischio la sicurezza dei poliziotti.
Il SAPPE chiede che, in caso di aggressione violenta ai poliziotti penitenziari, i responsabili siano arrestati in flagranza di reato, come avviene per altre forze di polizia, per porre fine alle migliaia di aggressioni annuali contro gli agenti penitenziari.
Mentre l’aggressione a Foggia rimane senza immagini pubbliche, un’altra aggressione simile è avvenuta nel carcere di Ragusa, dimostrando una realtà quotidiana preoccupante nelle carceri italiane.
Secondo il SAPPE, se le aggressioni ai poliziotti avessero la stessa risonanza mediatica di quelle ai detenuti, ci sarebbe una maggiore sensibilizzazione e intervento da parte delle istituzioni.
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