Juve Next Gen – Foggia è la sfida degli intrecci, del passato che ritrova un presente che forse nel capoluogo dauno ha ormai ben poco da raccontare. C’è comunque una stagione da portare a termine nel migliore dei modi e, come detto da mister Zauri, servirà evitare più possibile rimpianti. La gara d’andata contro i bianconeri coincise col suo esordio in Capitanata: seppur senza particolari entusiasmi e tra alti e bassi, dall’arrivo del tecnico abruzzese, il Foggia ha totalizzato 29 dei 39 punti complessivi finora, considerate anche le tre gare cancellate con le esclusioni di Taranto e Turris.
Un rendimento da playoff, obiettivo che oggi dà l’impressione di essere un miraggio: battere la Juve porterebbe il decimo posto a due sole lunghezze ma il calendario dei riposi non sorride ai satanelli, considerate le almeno quattro squadre che li separano dalla parte sinistra della classifica. Di fatto, servirà vincerle tutte per poter riaprire qualche spiraglio concreto.
Pesa troppo la falsa partenza di inizio stagione, in parte imputabile a quell’allenatore che sabato pomeriggio a Biella sederà sulla panchina avversaria, Massimo Brambilla, l’uomo scelto dal presidente Canonico e dall’ex ds Roma per avviare un progetto con ben altri proclami e franato su se stesso dopo sole sei giornate. Lo stesso Brambilla che due anni prima, alla guida dei giovani bianconeri, aveva eliminato il Foggia di Gallo in semifinale di Coppa Italia di categoria, decisivi i baby fenomeni Huijsen e Barrenechea, oggi alla ribalta internazionale, e che, tornato quattro mesi fa nel suo habitat naturale, ha saputo risollevare la sua Juve Next Gen, finita nei bassifondi insieme al Foggia, con un rendimento quasi da promozione diretta, calato soltanto nelle ultime settimane. Per la “Giovane Signora” una sola vittoria nelle ultime sei prima della sfida ai pugliesi, chiamati al riscatto dopo due sconfitte consecutive: agli ordini di Zauri mancherà lo squalificato Parodi oltre agli infortunati Mazzocco, Santaniello e Sarr ed all’ormai fuori rosa Vezzoni. Il 4-3-3 resta la certezza da cui ripartire per dare un senso alle ultime cinque giornate di campionato.
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