ORTA NOVA – Due giorni prima di essere stata uccisa a coltellate nella sua casa di Orta Nova dall’ex compagno della figlia, il 26 ottobre 2019 Filomena Bruno si era salvata dal tentativo di essere uccisa sempre dallo stesso uomo e avrebbe dovuto essere trasferita in una casa-famiglia per essere protetta in attesa che il suo persecutore venisse catturato. Lo ha sostenuto il legale della famiglia Bruno, Michele Sodrio nel corso dell’udienza che si è tenuta questa mattina dinanzi ai giudici della corte d’Assise a Foggia nei confronti di Cristoforo Aghilar, l’uomo arrestato e reo confesso dell’omicidio. L’uomo, 37 anni, ha seguito l’udienza in video conferenza dal carcere di Livorno dove è detenuto. La Pm Rosa Pensa, nella precedente udienza aveva chiesto l’ergastolo per l’imputato, contestando sia l’aggravante della premeditazione, che l’aver assassinato la donna, che aveva 58 anni, già vittima di stalking. Mentre però per la pm la vittima era stata adeguatamente protetta, per il legale della famiglia “ci sono prove certe che alla signora Bruno non fu mai nemmeno proposto di andare in una struttura fuori Orta Nova. Le relazioni di servizio del maresciallo dei carabinieri all’epoca in servizio ad Orta Nova, nel frattempo trasferito – ha detto – sono false e rappresentano solo il tentativo di mascherare le proprie responsabilità, anche da parte dei diretti superiori del maresciallo”. Sodrio ha anche avviato una causa civile contro i ministeri della Difesa e degli Interni, in quanto autorità da cui dipende l’Arma dei carabinieri, chiedendo un risarcimento milionario per la morte della donna. La prossima udienza si terrà il 27 gennaio, quando a parlare sarà il difensore di Aghilar.
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