BARI- È stato scelto il messaggio di speranza per l’85esima edizione della Campionaria della Fiera del Levante per guardare al futuro senza paura. Proprio come nel manifesto di Francesco Poroli di cui sono state scelte le illustrazioni.
La città di Bari che in questi mesi estivi sta vivendo la sua nuova stagione di polo attrattivo del turismo, in ottobre, dal 15 al 23, (data inconsueta dettata dalle esigenze elettorali) tornerà a riappropriarsi anche di un ulteriore momento di aggregazione e di incontro: la Campionaria della Fiera del Levante.
E il messaggio con cui si è scelto di comunicare questo ritorno, è di speranza. Di una speranza che non è solo augurio di miglioramento per il futuro, ma anche emozione. Perché ogni anno, nonostante i rituali giusti della critica e del confronto, la Campionaria rimanda a un storia bella che attraversa generazioni e sentimenti. E le storie belle non si dimenticano mai perché non finiscono mai e restano nel tempo. Di memoria in memoria.
Protesi al futuro senza paura, con una Fiera unica in Italia per la sua straordinaria vista sul mare aperto e sconfinato, come appare dal manifesto di Francesco Poroli si è pronti a scrivere una nuova pagina di un libro che già porta con sè storie autentiche. Aggiungerne di nuove è la sfida più appassionante.
Poroli è illustratore e art director di fama internazionale che ha al suo attivo campagne pubblicitarie come quelle di Campari, Facebook, NBA, Nestlé, Barilla, McDonald’s, Il New York Times. Insegna presso NABA, IED, Domus Academy di Milano e i suoi lavori sono stati esposti in collettive nella città meneghina, a Vicenza, Roma, New York e Londra. Sono stati inoltre premiati da Society of Illustrators New York e The Society of Publication Designers.
“Siamo partiti dall’assunto che la Fiera del Levante possa continuare ad accompagnare questo territorio negli scambi commerciali che, da sempre, oltre a produrre ricchezza, favoriscono anche dialoghi di pace e fratellanza”, dice il presidente della Fiera del Levante, Alessandro Ambrosi.
“La civiltà del dare e dell’avere, infatti, non ammette scontri, ma solo incontri. Dove ci sono traffici non possono esserci guerre e distruzioni. Così la narrazione di questa manifestazione diventa un emblema dell’intraprendenza levantina e dell’accoglienza mediterranea che, fuse tra loro, generano serenità.
E allora le belle storie non finiscono mai, perché dove c’è commercio c’è pace, e dove c’è pace si può disporre del tempo, e dove c’è tempo c’è sempre qualcuno disposto a raccontare, a regalare consolazione ed immaginazione a chi ascolta. Come un nonno con suo nipote, con sua nipote.
La Fiera del Levante, a buon diritto, è dunque una bella storia che, nonostante l’interruzione dello scorso anno a causa della pandemia, torna a farsi ascoltare con i suoi padiglioni rinnovati, con le sue occasioni commerciali, con le sue performance di attrazioni internazionali. Una bella storia che, state tranquilli, non finirà!”
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