Con 10.000 spettatori – in aumento del 10% rispetto al 2022 – che in occasione del Festival sono giunti a Martina Franca dai quattro angoli del mondo per assistere a cinque produzioni liriche in cartellone, oltre a numerosi concerti sinfonici e recital lirici disseminati sull’intero territorio della Valle d’Itria, il 49° Festival della Valle d’Itria si è concluso con grande successo di pubblico e critica, non tralasciando di annunciare, com’è consuetudine, i titoli principali della prossima edizione che segnerà il 50° anniversario dalla nascita della manifestazione.
La scelta di improntare la programmazione di quest’anno all’insegna dell’ironia, con titoli d’opera buffa e d’operetta (Il Turco in Italia, Il paese dei campanelli, la prima assoluta in tempi moderni de L’Orazio di Pietro Auletta, la prima italiana in tempi moderni de Gli Uccellatori di Florian Leopold Gassmann, la prima assoluta in Italia de L’adorable Bel-Boul di Jules Massenet), si è rivelata vincente sul piano del coinvolgimento di nuove fasce di pubblico, a cominciare dai giovani e dai meno avvezzi alla frequentazione teatrale, in virtù del comune denominatore condiviso da tutte le produzioni in cartellone quest’anno: la scelta di titoli di grande valore artistico, meno frequentati, l’attenzione alla qualità musicale e artistica, l’innovazione e la grande libertà espressa delle realizzazioni registiche, che si estende naturalmente alla programmazione del 2024.
Il titolo di apertura, il 17 luglio 2024, della 50ª edizione del Festival della Valle d’Itria sarà Norma di Vincenzo Bellini, nella versione originaria del 1831. Pensato come un omaggio al passato del festival – che deve la sua reputazione internazionale proprio all’allestimento dell’opera belliniana nella versione proposta da Rodolfo Celletti nel 1977, con Grace Bumbry e Lella Cuberli – anche l’allestimento del cinquantenario vedrà due soprani interpretare le parti di Norma e di Adalgisa, valorizzando così le intenzioni originarie di Bellini e prendendo le distanze dalla tradizione posticcia che ha imposto il timbro del mezzosoprano per la giovane Adalgisa.
Il secondo titolo sarà Aladino e la lampada magica, fiaba lirica in tre atti di Nino Rota, la terza opera del compositore milanese che verrà presentata al festival (dopo Il Cappello di Paglia nel 1981 e Napoli milionaria nel 2010). Un doveroso omaggio a uno dei compositori italiani più celebri del Novecento, così fortemente legato alla Puglia, dove visse dal 1937 per quarant’anni lasciando una fondamentale impronta nel tessuto musicale e della Regione.
Il terzo titolo in cartellone è Ariodante, opera in tre atti composta da Georg Friedrich Händel nel 1734 ispirata a un episodio de “L’Orlando furioso” di Ludovico Ariosto. Nonostante Händel sia uno dei più grandi compositori dell’opera barocca – in Germania esistono addirittura tre festival in suo onore – in Italia è incomprensibilmente assente dai cartelloni. Pertanto, dopo Aci e Galatea (1985), Giulio Cesare in Egitto (1989), Rodelinda (2010) e Rinaldo (2018), nella sua 50ª edizione il festival vuole celebrare il grande sassone con la quinta esecuzione di una sua opera, non tralasciando il 550° anniversario della nascita di Ludovico Ariosto.
Con questi tre titoli d’opera il Festival della Valle d’Itria guarda al futuro rinnovando il suo impegno nella valorizzazione, nella diffusione e nella trasmissione ai posteri di una parte oltremodo significativa del repertorio operistico internazionale.
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