“Il criterio è ripartire sempre dall’umanità sotto lo sguardo di Gesù Cristo con il coraggio di non anteporre né leggi né interessi alla dignità e alla salvaguardia dell’uomo. La Pasqua scuota il cuore di coloro che hanno in mano le sorti dell’ambiente, della salute e del lavoro, perché Pasqua non è rassegnazione al Crocifisso ma inizio di una vita nuova”.
Sono le dichiarazioni di Ciro Miniero, arcivescovo di Taranto, nell’omelia della messa di precetto pasquale celebrata nella mattinata di mercoledì 27 marzo, con Padre Nicola Preziuso, cappellano volontario di fabbrica, all’interno dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto alla presenza dei dipendenti e delle loro famiglie.
Hanno partecipato anche i dirigenti dell’acciaieria, i commissari di Acciaierie d’Italia in As Giancarlo Quaranta e Davide Tabarelli, il prefetto di Taranto Paola Dessì, il vice sindaco Gianni Azzaro, il consigliere regionale Renato Perrini (Fdi), il consigliere del presidente della regione Puglia per l’attuazione del piano Taranto Mino Borraccino.
“Celebrare in fabbrica è un segno particolarmente audace della Chiesa – ha detto Miniero ricordando il precedente di Papa Paolo VI durante la messa di Natale nel siderurgico del 1968 -. Oggi non è né retorico e né scontato riaffermare che prima di tutto viene la persona. La persona è fatta di salute, di benessere, di futuro e di relazioni sane. Con quale coscienza mai potremmo dire che qui stiamo bene? Il crogiolo di problemi derivanti da questo luogo arde molto di più degli altiforni”.
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