“Al ministro Urso vogliamo ricordare che i tarantini meritano rispetto. Sull’ex Ilva non basta trovare un acquirente qualunque e continuare con il ciclo a carbone come se nulla fosse: questa non è una soluzione. Ora più che mai è necessario un cambio radicale di paradigma per evitare ulteriori danni all’ambiente e alla salute dei cittadini. La stagione del ricatto e dello sfruttamento va chiusa: è urgente inaugurare un modello di sviluppo inclusivo che crei lavoro di qualità e opportunità per il territorio.” Così si esprime Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle e coordinatore del comitato Economia, Imprese, Lavoro.
Turco ricorda al Governo che Meloni e Urso hanno l’obbligo di rispettare la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. “Se gli impianti sono nocivi vanno chiusi, e quelli del polo di Taranto lo sono. Inoltre, oggi emerge la diffida del ministero dell’Ambiente ai commissari dell’acciaieria riguardo alle garanzie finanziarie previste dal “Codice ambientale”, da tempo scadute. Un’altra grave irregolarità tra le tante per il sito siderurgico pugliese”.
“Purtroppo, quando si parla di alternative ambientalmente sostenibili, il ministro fa finta di non sentire. Serve un accordo di programma che contempli un piano di riconversione per Taranto, favorendo nuovi insediamenti produttivi e posti di lavoro. La città ha già pagato un prezzo troppo alto, continuare a giocare sulla pelle dei cittadini è inaccettabile”, conclude Turco.
Queste parole riflettono la crescente preoccupazione e l’urgenza di trovare soluzioni sostenibili per il futuro di Taranto, una città che ha già subito troppe ingiustizie.
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