“L’inclusione di 150 milioni nel recente decreto per affrontare l’emergenza all’interno dello stabilimento Ilva rappresenta un aspetto positivo, sebbene non si possa ignorare che tali risorse siano state sottratte ai progetti di bonifica. Due anni fa, ci opponemmo alla proposta di destinare l’intera somma alla gestione di ArcelorMittal, riuscendo a evitare quello che sarebbe stato un vero e proprio furto. Durante il dialogo con le istituzioni, venne confermato che tutte le risorse rimanenti, eccetto 180 milioni, erano destinate alla bonifica”. Così, in una nota, Franco Rizzo, esecutivo confederale Usb, durante il suo intervento in audizione Senato sull’ex Ilva.
“Temiamo ora che questo distogliere fondi dalle bonifiche possa avere conseguenze negative per un territorio già gravemente colpito dall’inquinamento. Inoltre, queste somme sono cruciali per l’Amministrazione Straordinaria di Ilva, che impiega 1800 lavoratori, la cui sicurezza lavorativa appare sempre più incerta. L’accordo del 2018 prevedeva il rientro in fabbrica tra il 2023 e il 2025, ma la situazione attuale mina queste previsioni”, aggiunge Rizzo.
”Spostare i fondi per l’emergenza è comprensibile, ma è essenziale garantire che le risorse originariamente destinate alla bonifica vengano ripristinate. Quando il Governo decise di commissariare l’azienda insistemmo che la dotazione economica non fosse inferiore a un miliardo di euro, in quanto i danni provocati dalla gestione degli ultimi tre anni richiedono cifre considerevoli. Questa situazione presenta numerose criticità, confermate anche dai commissari. Il Governo deve quindi aumentare i fondi a disposizione”, continua Franco Rizzo.
“Chiediamo anche chiarezza sul futuro: l’ultimo piano prevede l’uso di un altoforno e due forni elettrici dal 2029, con una produzione di 4 milioni di tonnellate. Tuttavia, resta il dubbio sul destino dei 14.000 lavoratori, diretti e dell’Amministrazione Straordinaria, creando il rischio di una bomba sociale. Inoltre, la situazione degli appalti è critica, con aziende in attesa di pagamenti e dipendenti con stipendi arretrati, spesso giovani lavoratori”, sottolinea Rizzo.
“Gli Ilva in Amministrazione Straordinaria devono rimanere parte integrante di qualsiasi piano per il futuro dello stabilimento siderurgico. Ribadiamo la nostra opposizione alla vendita attuale, che sembra più un regalo, e alla divisione in lotti aziendali, che creerebbe divisioni tra i lavoratori. Accogliamo positivamente l’inclusione delle nostre proposte nel piano di rilancio da parte dei commissari, ma è necessario un decreto specifico che miri a gestire la situazione nell’interesse dei lavoratori, le vere vittime di questa vicenda.
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