Rinaldo Melucci (sindaco di Taranto) – “Le notizie che ci arrivano, a margine del consiglio di fabbrica, tratteggiano una situazione dell’ex Ilva non più sostenibile. Siamo solidali con i lavoratori, siamo solidali con l’amico Franco Rizzo dell’Usb vittima di un’azione violenta all’esterno dell’azienda. È inaccettabile che la grande industria non coltivi alcuna relazione con la comunità e, anzi, opponga pesanti barriere al dialogo. Mai come in questo frangente l’intervento del Governo è urgente e necessario per disinnescare un’autentica polveriera sociale, incomprensibile in un periodo storico peraltro segnato da una pesante crisi economica generale. Noi chiediamo insistentemente che si avvii il percorso dell’accordo di programma, che tenga insieme tutte le ragioni, soprattutto per scongiurare scontri che lasciano solo macerie”.
Mario Turco (vicepresidente M5S) – Questa mattina a Taranto nel corso del Consiglio di Fabbrica è successo quello che mai avremmo voluto sentire: scontri fra operai e FdO all’esterno dello stabilimento siderurgico. È inimmaginabile che il Governo taccia e perda tempo, alimentando un conflitto sociale di per sé esacerbato dalla condizione che, quotidianamente, vive ogni lavoratore legato all’attività dell’industria. Come Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle ci tengo a esprimere la massima solidarietà ai lavoratori, con particolare riferimento a Francesco Rizzo del sindacato USB, che per quanto apprendiamo dalle fonti giornalistiche ha accusato un malore dopo i tafferugli. Confermiamo la vicinanza e il sostegno A tutti i lavoratori coinvolti in questa assurda vicenda che, insieme ai cittadini di Taranto, costituiscono la parte più fragile della vertenza. Noi non ci dimentichiamo e mai ci dimenticheremo di chi ogni giorno fa a pugni con la realtà per portare il pane a casa e per tutelare la propria salute e quella degli altri».
Massimiliano Stellato (consigliere regionale Italia Viva) – “Solidarietà ai lavoratori ex Ilva, impegnati in queste ore in una dura vertenza, trascesa anche in momenti di disordine, all’interno della fabbrica. Esprimo la mia vicinanza a Francesco Rizzo del sindacato Usb, che ho raggiunto in ospedale dove si trova per le cure, a seguito di un malore durante gli scontri, per constatare personalmente le sue condizioni. La tensione dentro la fabbrica ha raggiunto livelli altissimi e rischia di esplodere senza un intervento tempestivo del Governo, che dia prospettive reali e strutturali ai lavoratori ed alle loro famiglie – prosegue Stellato -. Le soluzioni prospettate in queste ore, unite all’attesa ormai insostenibile, hanno avuto l’effetto di inasprire la protesta producendo tensioni sociali e scontri. La città e i lavoratori attendono dal nuovo Governo risposte non più rinviabili. Lo Stato eserciti il suo ruolo di garanzia e fermi l’escalation di tensione, prima che sia troppo tardi. Come pure il Parlamento intervenga con una legge speciale per Taranto, al fine di affrontare definitivamente la questione dei lavoratori esposti all’amianto e dei cosiddetti lavori usuranti”.
Vincenzo D’Alo (segretario nazionale FIM CISL) – “La richiesta che lo Stato assuma la maggioranza delle quote della società Acciaierie D’Italia, riequilibrando la governance resta oramai l’unica via praticabile come da noi richiesto più volte nella complicatissima vicenda di Acciaierie d’Italia. Non riteniamo assolutamente utile da parte di nessuno – azienda in primis – il perpetrare di atti che inaspriscono le relazioni e di fatto non danno nessuna segno di svolta alla vertenza. Il continuo rinvio dell’assemblea dei soci non è un segnale positivo, soprattutto nell’ottica di assunzione di maggiore responsabilità da parte dello Stato e dell’azienda. Non vanno ricercate soluzioni nel singolo sito, ma è una vicenda che può trovare soluzione solo in scelte determinate da parte del Governo. Il Prestito ponte, non può essere la soluzione. Senza il riequilibrio della gestione dell’azienda esso potrà servire solo nell’immediato a impedire un fallimento, e sarà utilizzato come come arma di “ricatto” da parte dell’azienda per tutto il gruppo. Continuiamo a chiedere con forza che il Governo assuma il controllo delle quote di maggioranza e la gestione di Acciaierie D’Italia e che ogni azione da oggi in poi, abbia come obiettivo l’aumento delle attività di produzione e il conseguente ingresso dei lavoratori oggi ancora in cassa integrazione ed il rilancio delle imprese di appalto ancora in sofferenza. Eventuali iniziative di mobilitazione unitarie ci vedranno coinvolti ed andranno programmate insieme con parole d’ordine chiare e condivise”.
Pino Gesmundo (segretario generale della Cgil Puglia) -“Quanto sta accadendo in queste ore a Taranto è frutto di un clima di forte preoccupazione causato da una mancanza di chiaro indirizzo politico e manageriale, che suscita preoccupazioni circa il futuro occupazionale e assieme esaspera gli operai delle acciaierie ex Ilva di Taranto, cui va la solidarietà di tutta la nostra organizzazione regionale”. È quanto afferma il, Pino Gesmundo, circa le tensioni seguite al consiglio di fabbrica dello stabilimento siderurgico organizzato da Fiom Uilm e Usb per fare il punto sulla difficile situazione che vive l’azienda. “È inspiegabile – prosegue Gesmundo – l’immobilismo del Governo, dopo che il ministro delle Imprese si è detto “allarmato” dalla situazione affermando di voler fermare “un declino inarrestabile” a fronte della situazione debitoria e della produzione a singhiozzo. Eppure non si interviene in alcun modo sul socio privato Arcelor Mittal rispetto alla definizione di un serio piano industriale – che dia risposte a lavoratori e territorio – e non si intende aprire un confronto con le organizzazioni sindacali. Se questo è il modo di affrontare la più grave e importante vertenza industriale italiana – per numero di lavoratori coinvolti e strategicità dell’asset rispetto allo sviluppo industriale italiano – non possiamo che unirci alle preoccupazioni dei lavoratori. Sosterremo in ogni sede le loro rivendicazioni e saremo al loro fianco in caso di iniziative che puntano a sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica di questo paese circa la gravità di una vertenza che richiama anche impegni legati al Pnrr circa sostenibilità delle produzioni, transizione energetica, bonifica ambientale. Chiediamo alle istituzioni territoriali, a partire dalla Regione Puglia, di adoperarsi affinché in sede di Governo vi sia l’apertura di un tavolo di confronto tra tutti i soggetti coinvolti non ultime le organizzazioni sindacali”.
Cosimo Borraccino, Consigliere del Presidente della Regione per l’attuazione del Piano Taranto – “Massima solidarietà all’amico e compagno Franco Rizzo, vittima di un’azione violenta alla portineria della direzione dell’ acciaieria ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia. Tutto questo accade perché la situazione all’interno della fabbrica è al limite ed è ad una posizione di non ritorno. Chiediamo al Governo, di intervenire quanto prima, nazionalizzando la fabbrica per evitare comportamenti da vecchio padrone delle ferriere del secolo scorso, oramai non concilianti con i tempi moderni e con un regime democratico. Ancora vicinanza all’amico Franco Rizzo per quanto accaduto”.
Dario Iaia (componente Commissione Ambiente della Camera – Coordinatore Provinciale di FDI Taranto) – “Le decisioni irresponsabili e sbagliate del passato si ripercuotono in tutto il loro fragore nella situazione attuale dello stabilimento ex Ilva alimentando tensioni e gravi preoccupazioni. Un disastro da diversi punti di vista che è stato determinato da chi oggi si affretta a giudicare un governo insediato da appena due mesi che ha tra le sue priorità proprio la questione dello stabilimento siderurgico di Taranto. Le tensioni sociali e gli scontri di oggi non sono la soluzione. Esprimiamo solidarietà nei confronti di chi è rimasto ferito, Franco Rizzo dell’Usb e gli auguriamo una pronta guarigione, ma ribadiamo che la strada del dialogo e del confronto sul territorio e tra le parti, pubblica e privata, rappresenti l’unica via per far sì che l’azienda possa uscire dal pantano in cui si trova, assicurare un lavoro dignitoso e sicuro ai propri dipendenti e dare luogo a quegli investimenti necessari per poter essere in grado di produrre acciaio in maniera rispettosa dell’ambiente e della salute così come avviene in altre parti d’Europa e del mondo”.
Ubaldo Pagano (deputato pugliese del Partito Democratico) – “La tensione sociale cresce e il Governo è assolutamente immobile, spettatore di una situazione che si fa sempre più complessa sotto ogni punto di vista. Non possiamo tollerare che si diano altri 680 milioni per coprire le perdite di una gestione totalmente indifferente alle sorti dei lavoratori e della città. Riequilibrare la governance e mettere lo stabilimento di Taranto sulla strada della completa decarbonizzazione è una priorità assoluta. L’inerzia del Governo Meloni invece porta a episodi come quello di oggi e nuovi disordini. Si intervenga prima che tutta la situazione sfugga di mano. Lo Stato torni a fare lo Stato”.
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