La recente riaccensione dell’Altoforno 1 (Afo 1) dell’ex Ilva a Taranto ha sollevato timori e dubbi, soprattutto in relazione alle mancate valutazioni di impatto sanitario e all’aggiornamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), scaduta, come imposto dalla Corte di Giustizia Europea.
Durante l’audizione a Bari, Michele Mazzarano, presidente della commissione Ambiente del Consiglio regionale pugliese, ha espresso grande preoccupazione per l’operazione, sottolineando la necessità di chiarezza sugli impatti occupazionali e ambientali.
Serena Triggiani, assessora regionale all’ambiente, ha ribadito la contrarietà alla ripartenza, definendola “non sostenibile” e contraria agli obiettivi di decarbonizzazione. Nonostante il monitoraggio continuo dell’impianto da parte di Arpa Puglia, Triggiani ha sottolineato l’urgenza di un piano industriale chiaro per la transizione ecologica.
Sul fronte sindacale, Ignazio De Giorgio della Fiom Cgil ha difeso la riattivazione dell’Altoforno, ritenendola necessaria per garantire continuità produttiva e transizione ecologica, mentre Francesco Rizzo di Usb ha invitato a mettere fine alle polemiche e lavorare insieme per soluzioni condivise a tutela di ambiente e occupazione.
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