TARANTO – “Non condividiamo le tempistiche e l’opportunità dello sciopero indetto a Taranto l’11 gennaio da alcune sigle sindacali che viene organizzato cercando di coinvolgere anche i lavoratori delle nostre imprese, già stremate dall’andamento del 2022”. Così un gruppo di aziende dell’indotto ex Ilva, Acciaierie d’Italia, risponde ai sindacati Fiom Cgil, Uilm e Usb che hanno promosso conto il dl del Governo (quello che eroga 680 milioni all’azienda) uno sciopero dalle 23 del 10 gennaio, tra siderurgico e indotto, alle 7 del 12 gennaio ed una manifestazione a Roma, nelle vicinanze di Palazzo Chigi, l’11 gennaio, quest’ultima insieme a Regione Puglia, Comune di Taranto e Comuni. Le aziende si muovono autonomamente da Confindustria Taranto, non coinvolta in quest’ultima presa di posizione così come nelle precedenti delle stesse imprese. “E’ sacrosanto – si afferma – il diritto costituzionale di ogni lavoratore e lavoratrice allo sciopero, ma questo strumento deve essere, per sua natura, rivolto alla salvaguardia dell’occupazione. Sollecitiamo lo stabilimento a ristabilire i normali rapporti di fornitura con l’indotto e man mano che gli ordini vengono ricevuti ci sia garantito, da parte delle autorità competenti, l’accesso e l’agibilità allo stabilimento per l’espletamento dei lavori e quindi la ripartenza”. (AGI)
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