Desidero innanzitutto ringraziare il neo ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, per la sensibilità che subito ha dimostrato verso la comunità ionica e il suo sistema di imprese, convocando a stretto giro un tavolo di confronto e ascolto con tutte le parti in causa. Una posizione opposta, rispetto a quella di chi ha scelto di chiudere bruscamente con le imprese dell’indotto.
Comune e Provincia di Taranto saranno lealmente a disposizione del Governo, all’interno di un processo che conduca a un accordo formale e strategico, che abbia all’interno una valutazione corretta delle implicazioni ambientali, sanitarie, energetiche, urbanistiche, in generale delle ricadute per la città.
Occorre modificare finalmente l’intero paradigma, sarà un vantaggio per la stessa industria nazionale.
Questo è un dossier complesso che va ben oltre la mera vertenza occupazionale, per quanto delicata e urgente.
Come rilevato da più parti in queste ultime tese giornate, non esiste una relazione positiva con la componente privata che conduce attualmente gli impianti e l’unico soggetto in grado di fornire garanzie sulla riconversione tecnologica e prospettive serie a lavoratori e cittadini resta il Governo della Repubblica italiana.
Se il Paese ha bisogno dell’acciaio dell’ex Ilva, nel quadro degli scenari UE, è arrivato il momento che ne discuta con senso di responsabilità e coraggio con la città di Taranto.
Sarà mia premura chiedere presto udienza al ministro per fornirgli i nostri dati e rafforzare le proposte già elaborate dal livello regionale, nella direzione della decarbonizzazione del sito. Lo scrive, in una nota. Rinaldo Melucci, sindaco e presidente della Provincia di Taranto.
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