Nella mattinata di mercoledì 24 luglio, a Palazzo Chigi si è tenuto un importante incontro tra Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, rappresentanti del Governo e sindacati per discutere il rilancio degli impianti, basato sul piano presentato dai Commissari straordinari.
“Durante l’incontro si è affrontato il tema dell’aumento della produzione e della continuità occupazionale. Tutte le parti hanno manifestato una volontà decisa a collaborare per trovare soluzioni concrete, preservando il ruolo strategico dell’industria siderurgica nell’economia nazionale”, si legge in una nota di Acciaierie d’Italia.
“I Commissari hanno presentato il piano di ripartenza, che mira a riattivare gli impianti entro giugno 2026. In particolare, i tre altiforni di Taranto (1, 2 e 4) saranno operativi nel primo trimestre del 2026, con lavori di manutenzione inizialmente sugli altiforni 1 e 2”, spiega la nota.
“È stato annunciato anche un bando di gara per la vendita degli asset, da concludersi entro l’anno. Il bando impone obblighi di decarbonizzazione e punta a mantenere alti livelli occupazionali, cercando investitori a lungo termine per sostenere le comunità locali. Acciaierie d’Italia vigilerà sugli impegni degli acquirenti come previsto dalla legge”, si legge ancora.
“I Commissari hanno confermato l’adesione al piano ambientale del 2017, con un limite di produzione di 8 milioni di tonnellate all’anno. Hanno inoltre fornito le integrazioni richieste dal Ministero dell’Ambiente sulla valutazione dell’impatto sanitario (VIS) per una produzione di 6 milioni di tonnellate e stanno elaborando lo studio per una produzione di 8 milioni di tonnellate all’anno.
Infine, i Commissari hanno spiegato che la cassa integrazione per i lavoratori sarà funzionale al piano di ripartenza, con una riduzione progressiva dei lavoratori coinvolti (inizialmente 4.700). Giovedì 25 luglio si terrà una riunione al Ministero del Lavoro per definire i dettagli tecnici della nuova cassa integrazione”, conclude la nota di Acciaierie d’Italia.
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