Riparte il confronto tra governo e organizzazioni sindacali sul futuro dell’ex Ilva. Dalla segreteria del capo di gabinetto della presidenza del Consiglio è giunta ai sindacati metalmeccanici la convocazione di un incontro per giovedì 9 novembre, alle 16.00, che si terrà nella Biblioteca Chigiana, al quarto piano di Palazzo Chigi.
L’ultima interlocuzione tra le parti risale al 20 ottobre scorso quando ci fu una manifestazione a Roma, a cui parteciparono oltre mille lavoratori, contestualmente allo sciopero in tutti i siti del gruppo. E’ stata così annullata l’autoconvocazione di Fim, Fiom e Uilm annunciata per martedì 7 novembre sotto la sede di Palazzo Chigi in mancanza di notizie ufficiali dalla presidenza del Consiglio.
Diversi i nodi sul tavolo: il primo è legato all’assetto societario. Il memorandum of understanding sottoscritto da ArcelorMittal l’11 settembre scorso andrebbe in direzione opposta a quella auspicata dai sindacati, cioè il passaggio in maggioranza dello Stato. Secondo le sigle sindacali “l’attuale Governo, se davvero vuole avviare una nuova fase per il rilancio ambientale, occupazionale e industriale della siderurgia italiana, non può affidarsi ad una governance sbilanciata verso l’attuale multinazionale che, in questi anni, ha depredato una fabbrica e non ha rispettato gli accordi pregressi, a partire da quello siglato in sede ministeriale il 6 settembre 2018 e che, per noi, rimane l’unico valido”.
Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella, rispettivamente segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella manifestando “grande preoccupazione per la condizione drammatica dei lavoratori dell’ex Ilva”. I leader metalmeccanici ritengono “fondamentale e urgente l’intervento del Capo dello Stato, garante della Repubblica fondata sul lavoro e sensibile ai temi della sicurezza, per affrontare questa emergenza al fine di trovare soluzioni per la salvaguardia dell’ambiente, del lavoro e dell’industria del nostro Paese”.
Per il momento è stato scongiurato lo stop alla fornitura di gas. Nei giorni scorsi il Tar della Lombardia ha sospeso l’efficacia dei provvedimenti dell’Arera concedendo ad AdI la sospensiva con un decreto che ha fissato la camera di consiglio per l’8 novembre, giorno in cui era previsto il blocco a monte della stessa fornitura.
Si attendono novità anche dal consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia nel quale dovrà essere programmata la seduta dell’assemblea in cui Franco Bernabè rassegnerà le sue dimissioni da presidente della holding, incarico assunto a luglio 2021.
Intanto, nella giornata di martedì 7 novembre approda alla Corte di Giustizia Europea l’azione inibitoria collettiva contro l’ex Ilva promossa da 10 cittadini aderenti all’associazione Genitori Tarantini e da un bambino. Il procedimento trae origine dal rinvio pregiudiziale da parte del Tribunale di Milano al quale i ricorrenti si erano rivolti chiedendo la chiusura ovvero il fermo degli impianti dell’area a caldo dell’acciaieria tarantina. La Corte è chiamata a rispondere alle domande sollevate dai giudici di Milano concernenti la legittimità di alcune norme della legislazione speciale cosiddetta “salva Ilva”
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