La Fiom Cgil ha sollecitato, con una richiesta di accesso agli atti, una risposta da parte dell’Asl di Taranto in merito alle relazioni redatte dalla stessa Azienda sanitaria locale e confluite nell’ordinanza del sindaco Rinaldo Melucci del 22 maggio scorso che intimava ad Acciaierie d’Italia e Ilva in As la fermata degli impianti dell’area a caldo in mancanza di risoluzione della problematica dei picchi di benzene. Ordinanza poi sospesa dal Tar in attesa dell’udienza di merito del 26 ottobre prossimo.
In un comunicato, il segretario provinciale della Fiom Cgil ionica Francesco Brigati scrive che “dall’ordinanza sindacale si evince che nelle suddette relazioni sono presenti delle considerazioni di natura sanitaria rapportate ai livelli di benzene nell’area, nelle quali si evidenzia che il rispetto del valore limite del benzene, fissato dal D. Lgs. 155/2010, non garantisce l’assenza di rischi per la salute umana e che, inevitabilmente, coinvolgono anche i lavoratori dei Acciaierie d’Italia e appalto”.
Tuttavia, aggiunge il sindacalista, “nonostante la richiesta specifica tesa ad intraprendere le necessarie azioni correttive per la maggior tutela dei lavoratori, non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta dalla Asl di Taranto. La Fiom Cgil ritiene indispensabile essere messa a conoscenza di quanto contenuto all’interno del Rapporto Benzene in aria ambiente e crediamo sia doveroso fornire tutti gli elementi alla scrivente organizzazione sindacale per poter svolgere il proprio ruolo, attraverso anche i rappresentati della sicurezza, al fine di salvaguardare la salute dei lavoratori all’interno della fabbrica”, conclude Brigati.
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