“All’indomani della pubblicazione del bando per l’avvio alla procedura che dovrebbe concretizzarsi con la vendita di Acciaierie d’Italia (ex ILVA), manifestiamo qualche perplessità legate a quanto riportato alle OO.SS. durante l’incontro in Prefettura dello scorso 26 luglio”. A dichiararlo è Alessandro Dipino, Segretario Provinciale della UGL Metalmeccanici di Taranto.
“In quella occasione, ed alla presenza del Ministro del MIMIT On. Urso e del Prefetto di Taranto S.E. Dessì, l’azienda, attraverso i Commissari, annunciò che tra i capisaldi dell’bando ci fossero quelli della cessione dell’intero asset industriale previo impegno, dalla parte dei potenziali acquirenti, della realizzazione del piano di Decarbonizzazione e della tutela occupazionale.
“Oggi ci si trova dinnanzi a un documento che però recita cose un po’ diverse da quelle riferite e che si traducono sostanzialmente nella possibilità della vendita frammentata di parti dell’azienda e della tutela dei posti di lavoro per soltanto 2 anni”.
“Tali condizioni creerebbero dei cortocircuiti pericolosi per 2 aspetti, che tra loro sono legati: vendere “alcune porzioni” dell’azienda determinerebbe sostanzialmente il rendere impossibile la valutazione della gestione e della valutazione della forza lavoro necessaria in quanto all’interno della stessa sono presenti strutture organizzative trasversali che svolgono attività a prescindere dall’area di competenza, come possono essere le Manutenzioni Centrali o i comparti legati ai Sistemi di Gestione Ambientali, della Sicurezza, della Qualità o dell’intera Area Energia, giusto per fare qualche esempio”.
“Inoltre, prevedere la possibilità della vendita separata dei siti di Genova, piuttosto che di Novi Ligure, le cosiddette verticalizzate, renderebbe successivamente meno probabile la vendita del sito di Taranto nella sua interezza, determinando una ulteriore “frammentazione”.
“Quindi, bene valutare l’affidabilità dell’acquirente e la credibilità del Piano Industriale, prevedere attività e forme di compensazione in favore delle comunità locali, il cd. Golden Power al fine di salvaguardare gli assetti delle imprese operanti in ambiti ritenuti strategici e di interesse nazionale ma risulta imprescindibile evitare la parcellizzazione e soprattutto tutelare i livelli occupazionali passando per la tutela dell’ambiente e della salute, attraverso la transizione green, per la quale, ancora una volta, si chiede di rendere chiara e comprensibile alla cittadinanza, così come richiesto dalla UGL durante il sopracitato incontro in Prefettura, ricucendo solo così lo strappo con il territorio ed i propri cittadini”, conclude Dipino.
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