“L’iniziativa di domani la riteniamo del tutto strumentale, soprattutto per il coinvolgimento dei lavoratori, l’anello più debole dell’ex Ilva che, evidentemente, sono stati i primi a subire alcune scelte sbagliate proprio da parte delle associazioni di categoria”. Lo sottolineano Giovanni D’Arcangelo e Francesco Brigati, segretari della Cgil e della Fiom di Taranto, riferendosi all’iniziativa di protesta, annunciata per domani, lunedì 9 ottobre, dall’associazione Aigi (Indotto Acciaierie d’Italia e General Industries) con raduno previsto alle 7 nel piazzale antistante la portineria C di Acciaierie d’Italia. Da lì partirà un corteo che raggiungerà la Prefettura di Taranto.
“È del tutto evidente – aggiungono – che la protesta organizzata da Aigi, oltre a manifestare preoccupazioni in merito ad una possibile fase di amministrazione straordinaria, rivendichi di fatto ulteriori interventi e risorse pubbliche per saldare i debiti del privato, in questo caso di ArcelorMittal. È ormai un classico della vertenza ex Ilva consegnare i profitti al socio privato e scaricare sulle risorse pubbliche le perdite di una gestione scellerata, quella della multinazionale, che non ha nessuna intenzione di investire sul sito di Taranto”.
Secondo D’Arcangelo e Brigati “le risorse pubbliche non devono essere utilizzate per risanare i debiti del privato ma per consentire un inevitabile processo di risanamento dello stabilimento. I lavoratori dell’appalto si sono già resi protagonisti di uno sciopero indetto dalle categorie sindacali di Cgil, Cisl e Uil che si è svolto il 28 settembre scorso con delle rivendicazioni chiare e che domani parteciperanno al coordinamento nazionale degli Rsu Fim, Fiom e Uilm di Acciaierie presso il Mimit, con l’obiettivo di continuare con le mobilitazioni per dare una sterzata alla vertenza ex Ilva”.
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