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Estorsioni, armi e traffico di droga: condanne definitive per il clan Loiudice

BARI – Dai due agli undici anni di reclusione. Sono diventate definitive le condanne per undici persone ritenute vicine al clan Loiudice di Altamura, sulla murgia Barese. I carabinieri di Bari hanno eseguito gli ordini di carcerazione per i reati che vanno dall’associazione mafiosa armata all’estorsione, detenzione e porto illegale di armi, turbativa d’asta e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Per uno degli indagati, l’ordine di carcerazione è stato sospeso.
I fatti si riferiscono al periodo tra il 2018 e il 2019. Il clan Loiudice, secondo gli inquirenti, è stato legato prima al clan Parisi-Palermiti e poi al gruppo Capriati di Bari. Gli undici ordini di carcerazione si riferiscono all’inchiesta Logos della Dda di Bari con la quale è stato svelato il ruolo egemone del clan sulla città di Altamura. Il gruppo gestiva “in regime di monopolio” lo spaccio di cocaina, hashish e marijuana su Altamura e, in alcuni casi, ha impedito il regolare svolgimento di alcune gare “esercitando violenza o minaccia nei confronti degli altri partecipanti al fine di scoraggiarli”. Nel corso delle indagini sono stati confiscati ai clan beni per 150mila euro e sequestrati contanti per oltre 162mila euro. A essere raggiunti dagli ordini di carcerazione Michele Acquaviva, 44 anni (condannato a 8 anni); Giuseppe Dileo, 26enne, condannato a 11 anni di reclusione; Alberto Loiudice, 34 anni (condannato a 9 anni) e Paolo Loiudice, 70 anni (condannato a 10 anni)

 

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