CORATO- Avrebbero estorto circa 6 mila euro al titolare del negozio di elettricità di via Reggio, riprodotto un finto atto giudiziario facendo credere alla vittima di essere protagonista di un procedimento penale simulando addirittura la finta telefonata di un sedicente magistrato barese e quando non ha più pagato, gli avrebbero piazzato la bomba carta davanti alla saracinesca: tre uomini M.F. 37enne, M.A. 35enne, T.V.30enne e una 31enne, S.G., tutti di Corato, sono stati arrestati dai carabinieri di Bari.
Le ordinanze, tre in carcere e una agli arresti domiciliari, sono state emesse dal gip del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica del luogo, nella quale vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza nel procedimento a carico dei quattro soggetti indagati per estorsione aggravata in concorso e detenzione e porto di ordigno esplosivo.
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), nella notte tra il 17 e il 18 novembre, gli indagati, avrebbero, a vario titolo, organizzato ed eseguito un attentato dinamitardo, quale ultimo atto di una estorsione in corso ai danni di un piccolo imprenditore della città di Corato, mediante il posizionamento, di fronte alla sua attività commerciale, di una bomba carta di elevata potenzialità e micidialità.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani, sono state avviate dai carabinieri fin dalla notte stessa in cui si verificò l’evento, con l’intervento di artificieri, specialisti della sezione investigazioni Scientifiche dei carabinieri di Bari, di militari del nucleo Investigativo di Bari e della compagnia di Molfetta.
L’estorsione di 6 mila euro e la finta telefonata di sedicente magistrato barese
La visione dei filmati dei sistemi di videosorveglianza della zona e l’escussione di testimoni, svolte nell’immediatezza dei fatti, hanno permesso di ricostruire il percorso degli autori dell’attentato. I successivi accertamenti investigativi, condotti anche mediante attività tecniche, hanno poi consentito agli inquirenti di ricostruire, nel dettaglio, la dinamica del fatto, di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati e di ricondurre il gesto, verosimilmente, a un contesto di richieste estorsive. Infatti, l’imprenditore già da tempo sarebbe stato oggetto di richieste di danaro, arrivando a versare la somma complessiva di quasi 6 mila euro. Gli indagati, secondo la tesi accusatoria, al fine di ottenere il danaro, avrebbero ingenerato nella persona offesa il timore che fosse pendente presso la Procura un procedimento penale a suo carico, mediante la redazione di un finto atto giudiziario, fino a simulare anche una telefonata da parte di un sedicente magistrato barese.
La vittima non paga più gli estortori: bomba carta al negozio
Incontrate le prime resistenze della vittima, non più disposta a pagare, sarebbero passati alle minacce, concretizzatesi infine nel posizionamento dell’ordigno esplosivo. Significativi, in questo senso, sono i messaggi intercorsi tra la vittima e uno degli indagati che, al fine di estorcere la somma richiesta, gli avrebbe inviato anche un messaggio vocale con il quale avrebbe detto “se mi fate andare in campagna a prendere le cose che non devo prendere, faccio il bordello stanotte!”
Il ruolo della donna del gruppo: la redazione del finto atto giudiziario
Una degli indagati, invece, in maniera meno diretta ma sicuramente determinante nella coartazione della volontà della vittima, si sarebbe preoccupata della redazione dell’atto giudiziario apocrifo, fino a suggerire i capi di imputazione da inserire nel finto provvedimento a carico della vittima.
Provvedimenti della Procura: tre in carcere, la donna ai domiciliari
Il quadro indiziario raccolto a carico dei quattro indagati ha condotto la Procura della Repubblica di Trani ad avanzare una richiesta di emissione di misura cautelare. Il gip del Tribunale di Trani, accogliendo la richiesta, ha disposto la cattura e conduzione in carcere di tre indagati e la sottoposizione agli arresti domiciliari della 31enne.
È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
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