“La nomina a commissario Arti di Alfonso Pisicchio è stata effettuata nel dicembre scorso al solo fine di seguire il percorso legislativo con eventuali riformulazioni del disegno di legge per l’attribuzione all’Arti delle competenze aggiuntive di trasferimento tecnologico. L’incarico aveva natura temporanea, questo è il ruolo del commissario, e sarebbe seguita successivamente la nomina del direttore generale ad altra persona non appena concluso l’iter di cui sopra. La nomina è stata effettuata sulla base del fatto che il prof Pisicchio aveva dato assicurazioni che le indagini a suo carico erano state chiuse con archiviazione”.
Lo dice Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, in relazione all’inchiesta della procura di Bari che nella giornata di mercoledì 10 aprile ha portato all’arresto (ai domiciliari) di Alfonso Pisicchio, ex assessore della Regione Puglia e leader di Sud al Centro, di suo fratello Enzo e di altre cinque persone arrestate (una in carcere) accusati, tra l’altro, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e turbata libertà degli incanti.
Poche ore prima di essere arrestato, Alfonso Pisicchio si era dimesso dalla guida dell’agenzia per la Tecnologia della Puglia, spiegando che dietro la sua scelta “non c’era nessuna dietrologia”.
“Nel momento in cui è stato richiesto allo stesso professor Pisicchio di dare riscontro fattuale a queste sue assicurazioni, alla luce delle verifiche a 360 gradi che l’amministrazione regionale sta effettuando su tutte le eventuali situazioni giudiziariamente rilevanti, lo stesso non è stato in grado di dare tali riscontri. Per questa ragione, in data di ieri ho proposto alla giunta di sostituirlo con un dirigente della Regione Puglia”, aggiunge Emiliano.
“L’esecuzione delle misure cautelari e quanto riportato dalla stampa in merito alle accuse rivolte allo stesso e agli altri coindagati costituiscono elementi gravissimi e intollerabili che indurranno, ove confermati dalle indagini in corso, la Regione Puglia a costituirsi parte civile nell’eventuale processo richiedendo come sempre avvenuto il risarcimento del danno a tutte le persone che saranno condannate. Questo principio è sempre stato applicato per tutti in passato e lo sarà anche in futuro”, conclude Michele Emiliano.
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