(Di Maurizio Pasculli) Tutto pronto, o quasi, per l’atto finale del campionato di Eccellenza pugliese che, domenica cinque maggio, vedrà affrontarsi in un match a eliminazione diretta, Bisceglie e Ugento e che, secondo attendibili indiscrezioni, dovrebbe disputarsi alla “Nuova Arredo Arena” di Francavilla Fontana. La formazione vincente andrà direttamente in Serie D, chi soccomberà, sarà obbligata all’appello dei playoff nazionali per l’accesso quarta serie.
La Ugento di Mimmo Oliva, a differenza dei nerazzurri stellati che hanno dovuto cimentarsi in un durissimo playoff preliminare con il Molfetta, ha avuto modo di pianificare con maggior tranquillità questo appuntamento storico, avendo bypassato la post season del Girone B in virtù dei nove punti di distacco sulla più diretta inseguitrice.
“Un piccolo vantaggio che ci siamo guadagnati sul campo – dichiara Massimo Alemanno, direttore sportivo dell’Ugento – Infatti, da quando è stato introdotto il doppio girone, che dalla prossima stagione andrà in archivio definitivamente, è la prima volta che una squadra accede alla finalissima direttamente e non attraverso i playoff. A ogni buon conto, sarà un confronto arduo. Il Bisceglie è formazione di rango e dall’elevata cifra tecnica, saprà sicuramente far ricorso a tutte le proprie energie, fisiche e mentali, anche le più recondite. Di Meo può contare su una rosa vasta e assortita, che consente varie soluzioni e di far fronte a eventuali defezioni di rilievo”.
Di contro, tutti abili e arruolati in casa giallorossa, Oliva non ha che l’imbarazzo della scelta. “Giungiamo a questo crocevia, che rappresenta una pietra miliare nella storia del calcio ugentino, in condizioni ottimali – continua Alemanno -. Grazie anche alla professionalità e alla competenza dello staff tecnico che, con il prezioso ausilio di quello medico, ha saputo trarre il massimo dall’organico messo a disposizione facendo sì che giungesse al top della forma, o quasi, al clou della stagione”.
Un risultato che non è frutto del caso o dell’improvvisazione. “Direi assolutamente no – asserisce il ds ugentino -. Piuttosto, la logica conseguenza di un perfetto e armonico lavoro d’equipe che parte da lontano, con adeguate e soprattutto competenti figure al posto giusto. Ognuna di queste figure ha atteso alle proprie specifiche mansioni nel migliore dei modi. Ora, però, siamo chiamati a completare un piccolo capolavoro. Abbiamo l’obbligo di provarci con tutte le nostre forze. Lo dobbiamo alla laboriosa comunità di Ugento, ai nostri impagabili tifosi, ma anche a noi stessi. Ce lo meritiamo”.
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