Comincia in casa della Virtus Matino il nuovo corso dell’Otranto. Trasferta difficile per la compagine biancazzurra che sarà impegnata sul campo di una delle sorprese più positive di questo primo terzo di stagione, l’undici allenato da Claudio Luperto.
In settimana in casa idruntina si è completato il cambio di guida tecnica: chiusa l’esperienza di Graziano Tartaglia, sulla panchina è arrivato l’esperto Giuseppe Mosca cui spetterà di tracciare la rotta verso lidi più tranquilli.
Giornate intense per il Città di Otranto in campo, con una serie di allenamenti utili a fare amalgamare il nuovo tecnico con la squadra, e fuori: il giudice sportivo ha accolto il ricorso presentato dopo il pareggio con l’Ostuni, assegnando la vittoria a tavolino che garantisce ulteriori due punti in classifica.
Domenica pomeriggio tornerà a parlare il campo e presentare la sfida le parole del tecnico del Città di Otranto, Giuseppe Mosca. «Scenderanno in campo due formazioni decise a fare bene. Da un lato i padroni di casa reduci dalla pesante sconfitta con l’Ugento e desiderosi di riprendere la loro bella marcia, dall’altra noi con la voglia di recuperare il terreno perso in una prima parte di stagione molto complicata».
Mister Mosca continua: «Da qualche giorno ho iniziato a guidare un gruppo dalle grandi qualità morali e tecniche che non ancora raccolto per quanto ha seminato. Ho preso il posto di un ottimo tecnico e di un amico come Graziano Tartaglia, il suo lavoro e impegno sono evidenti in quello che ha fatto a Otranto. Sin dai primi allenamenti ho notato nei ragazzi concentrazione, abnegazione e voglia di dare una sterzata decisa alla stagione. E merito va dato alla società, tutti i dirigenti mi hanno accolto bene e mi hanno messo sin dal primo giorno nelle condizioni di lavorare al meglio».
Il neo allenatore del Città di Otranto conclude: «Dobbiamo essere concentrati soltanto su noi stessi, fare corsa su quelle che sono le nostre attitudini. Ho un gruppo di calciatori che hanno grandi possibilità, molti non le hanno ancora espresse al massimo. Dovremo essere gruppo vero e solido, un unico corpo nel quale tutti andranno in aiuto del compagno. Lavorare e correre l’uno per l’altro, dare tutto quello che abbiamo dentro. Tutti dobbiamo remare verso un’unica direzione».
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