MANDURIA – La droga, innanzitutto. Approvvigionata, gestita e poi venduta nelle piazze secondo uno schema ben preciso, una organizzazione, per altro dai metodi mafiosi. Dopo gli arresti del 14 ottobre 2020, sono arrivate le condanne per i presunti componenti della “Cupola”, una associazione che, prima secondo l’accusa e ora secondo il Gup del Tribunale di Lecce, gestiva il traffico di sostanze stupefacenti tra le province di Taranto e Brindisi. Ma non solo: negli affari della Cupola, anche rapine, estorsioni.
Una sorta di mafia silente, come la definirono gli inquirenti. Le indagini, coordinate dalla DDA di Lecce e dalla Questura di Taranto, sono state cristallizzate nel conto presentato dalla giustizia a margine del rito abbreviato. Condanne “alleggerite” dalla scelta del rito, eppure pesanti, specie peri presunti promotori del sodalizio.
Il giudice ha condannato a Venti anni di reclusione Giovanni Caniglia, Nazareno Malorgio e Walter Modeo, tutti di Manduria, ritenuti membri del “direttivo”, cioè della cupola. Coinvolto anche il francavillese con residenza oritana Pierluigi Chionna, ritenuto, però, semplice acquirente e venditore della sostanza e, quindi, estraneo all’associazione. Per lui, solo 8 anni e due mesi di reclusione.
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