L’aggressione subita dalla giovane dottoressa in servizio alla guardia medica di Maruggio, in provincia di Taranto, ha scosso il mondo sanitario e politico. La professionista, vittima di un attacco da parte di una coppia che pretendeva una visita urgente per il figlio, ha presentato le dimissioni in segno di protesta contro un sistema che non riesce a garantire la sicurezza degli operatori.
“Le dimissioni rappresentano un gesto colmo di dignità e rabbia, che deve aprire una riflessione urgente. Perdere un professionista è una sconfitta per l’intera sanità italiana”, hanno commentato Gianluca Giuliano, segretario nazionale UGL Salute, ed Errica Telmo, segretaria provinciale di Taranto.
La senatrice Raffaella Paita di Italia Viva ha sottolineato come l’aumento delle aggressioni ai medici, soprattutto alle donne, stia diventando un’emergenza. “Piantedosi e il Governo devono agire subito per garantire la sicurezza del personale sanitario”, ha scritto sui social, richiamando l’attenzione sulla difficile condizione lavorativa dei medici in Italia.
Anche Tommaso Gioia, consigliere per la Sanità del presidente della Regione Puglia, ha espresso solidarietà alla dottoressa, annunciando un confronto con lo stesso presidente Michele Emiliano per rafforzare la sicurezza dei presidi medici attraverso servizi di vigilanza. Ha inoltre ringraziato il direttore generale dell’ASL di Taranto, Gregorio Colacicco, per l’impegno dell’azienda a costituirsi parte civile in un eventuale processo.
Dal sindacato Anaao-Assomed è arrivato un appello per la convocazione urgente di un tavolo di confronto con la prefettura e le autorità competenti, denunciando come episodi simili siano la prova di una deriva sociale in cui i medici sono lasciati soli e vulnerabili.
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