Durante i lavori della Commissione Intermediterranea delle Regioni Marittime Europee, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha dichiarato che “le soluzioni più veloci per rimediare alla carenza d’acqua non potranno mai essere ad impatto zero”. Un’affermazione che ha sollevato riflessioni e critiche, in particolare per le evidenti contraddizioni rispetto a quanto sostenuto da Acquedotto Pugliese sul progetto del dissalatore del fiume Tara.
Se da un lato AQP ha definito l’impianto “perfettamente sostenibile” e utile alla tutela delle acque del Tara, dall’altro Emiliano ha elencato apertamente i rischi connessi: consumo energetico elevato, problemi nella gestione delle salamoie, aumento della salinità e alterazione degli equilibri ecologici. Ha inoltre ricordato che anche il prelievo d’acqua dolce da sorgenti che sfociano in mare può compromettere l’habitat costiero.
Queste parole, pronunciate nella veste istituzionale di presidente della Regione, rappresentano di fatto una smentita delle dichiarazioni ufficiali rese da AQP il 20 marzo, secondo cui il progetto garantirebbe “la piena sostenibilità ambientale”.
Nel suo intervento, Emiliano ha evidenziato i limiti di un approccio emergenziale e la necessità di scelte sistemiche e partecipate. Ha perfino ipotizzato un collegamento idrico con l’Albania, riconoscendo anche in questa opzione il rischio di impatti ambientali.
Secondo il Comitato per la Difesa del Territorio Jonico, che ha diffuso un comunicato a riguardo, si tratta della conferma che il dissalatore del Tara non può essere considerato un modello sostenibile. Il comitato sottolinea come un impianto da oltre 14 megawatt, destinato a trattare e restituire al mare salamoie iperconcentrate, non rappresenti una risposta coerente alla crisi idrica.
“Il problema – si legge nella nota – è pensare che la sostenibilità possa ridursi a una soluzione tecnica, rapida, emergenziale. Fermarsi ora non è un fallimento, è un atto di responsabilità”.
Il dibattito resta aperto, ma le parole del presidente Emiliano segnano una svolta importante nel confronto sul futuro delle politiche idriche in Puglia.
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