Roma – Oltre 29 milioni di beni sequestrati e quasi 130 milioni di beni confiscati. Sono alcuni dei dati dell’azione di contrasto ai gruppi mafiosi contenuti nella Relazione semestrale della Dia relativa all’attività svolta nei primi 6 mesi del 2023. Una relazione che restituisce uno scenario della criminalità organizzata italiana che conferma come le organizzazioni mafiose, abbiano da tempo implementato le capacità relazionali sostituendo l’uso della violenza sempre più residuale ma mai ripudiata, con strategie di silenziosa infiltrazione e con azioni corruttive. La lotta alle mafie registra un aumento cospicuo di sequestri di armi anche da guerra. La lotta al narcotraffico vede protagonisti i clan Albanesi fortemente radicati in Italia. Negli ultimi anni anche l’Africa occidentale è diventata per le cosche di ndrangheta, una tappa sempre più importante per i propri traffici. Costa d’Avorio, la Guinea e il Ghana sono diventate cruciali basi logistiche per i narcos. La tecnologia poi, assume per le mafie uno strumento determinante che deve essere controllato. C’è poi un dato a preoccupare la Dia: le mafie sono sempre più interessate ai fondi del Pnrr con amministratori locali sempre più sotto assedio
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