“La ricostruzione offerta dalle opposizioni sulla misura Decontribuzione Sud è falsa e pretestuosa. Al riguardo, è necessario pertanto fare chiarezza”. Questo il commento di Raffaele Fitto, ministro per gli affari europei, Sud, politiche di coesione e PNRR, a seguito delle dichiarazioni dei rappresentanti delle opposizioni diffuse in queste ore.
La Decontribuzione Sud è uno sgravio contributivo per le aziende del Sud, che nasce per contenere gli effetti del COVID sull’occupazione e a tutelare i livelli occupazionali in aree con gravi situazioni di disagio socioeconomico. La misura è cofinanziata da risorse nazionali e da risorse europee.
L’esonero è stato introdotto con la legge di bilancio per il 2021 (legge n. 178 del 2020) con un’estensione ipotetica fino al 2029 e necessita, al fine del suo concreto riconoscimento, di periodiche autorizzazioni della Commissione europea, configurando un aiuto di Stato (art. 108, par. 3, del TFUE).
A partire dalla sua istituzione e fino a oggi, il riconoscimento dell’esonero ha potuto beneficiare di una disciplina autorizzatoria semplificata. Sotto il profilo degli aiuti di Stato, il regime è stato infatti inquadrato dapprima nell’ambito del “Quadro temporaneo Covid 19” e, successivamente, nell’ambito del “Quadro temporaneo Ucraina” (Temporay crisis and transition framework- TCTF) in scadenza al 30 giugno 2024.
Per quanto riguarda le iniziative assunte da questo Governo, si è provveduto a chiedere un primo rinnovo della misura, accolto dalla Commissione europea il 6 dicembre 2022, per la durata di 12 mesi e con un incremento di risorse di 5,7 milioni di euro e dei massimali per impresa fino a 2 milioni di euro.
Successivamente, l’esigenza di garantire la piena operatività della misura anche oltre il 31 dicembre 2023 ha portato questo Governo a notificare alla Commissione europea, nelle date del 5 e 7 dicembre 2023, un’ulteriore richiesta di rinnovo, con la quale si è provveduto anche a chiedere un innalzamento dei massimali nella misura di 335 mila euro per le imprese attive nei settori della pesca e dell’acquacoltura, e di 2,25 milioni di euro per tutte le altre imprese ammissibili al regime di aiuti esistente.
Con decisione del 15 dicembre 2023, la Commissione europea, in accoglimento della richiesta di questo Governo, ha prorogato l’applicabilità della misura della decontribuzione in oggetto fino al 30 giugno 2024 ovvero con la massima estensione temporale compatibile con la scadenza del Quadro temporaneo Ucraina.
“C’è bisogno di chiarezza”, ha concluso il Ministro Fitto, “questo Governo è costantemente al lavoro per tutelare gli interessi del Sud e per garantirne lo sviluppo. Il decreto-legge Coesione, approvato dal Consiglio dei ministri il 30 aprile scorso, va esattamente in questa direzione, prevedendo sgravi contributivi per le nuove assunzioni nel Mezzogiorno d’Italia e misure di sostegno all’avvio di nuove attività economiche in quei territori. Il Governo ha inoltre assunto tutte le iniziative necessarie per ottenere l’applicazione della misura della Decontribuzione Sud anche oltre l’orizzonte temporale attualmente autorizzato dalla Commissione europea”.
”Alcune domande però sono necessarie avendo letto tra le tante dichiarazioni quelle di ex Presidenti del consiglio ed ex ministri degli anni passati . Perché le precedenti richieste quando governavano sono sempre state date per sei mesi o al massimo per 1 anno? Perché non hanno mai ottenuto l’autorizzazione fino al 2029 che oggi richiedono ? Anzi, per la precisione, in un caso (Governo Conte) la seconda richiesta fu fatta anche in ritardo e poi sanata. Chi sostiene che il Governo non vuol confermare la decontribuzione è o in evidente malafede o peggio non conosce in alcun modo le ragioni e le procedure in base alle quali è stata concessa fino a giugno 2024 che non competono un singolo Stato Membro ma una decisione straordinaria della Commissione europea. In tale contesto, il Governo avvierà un negoziato con la Commissione Europea per verificare nuove modalità possibili di applicazione della misura “decontribuzione sud” in coerenza con la disciplina europea ed al di fuori delle misure straordinarie del temporary framework.
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