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Decaro e il Bari: “Scelsi De Laurentiis per responsabilità, ora mi sento tradito”

L’ex sindaco ricostruisce la scelta del 2018 e lancia un appello per il futuro del club: “La multiproprietà va superata”. Manifestazione dei tifosi

BARI – Mentre all’esterno del Teatro Abeliano andava in scena una nuova manifestazione della tifoseria organizzata contro la multiproprietà, all’interno il protagonista era Antonio Decaro. L’ex sindaco di Bari è intervenuto pubblicamente per ricostruire i passaggi che, nel luglio 2018, portarono all’affidamento del titolo sportivo della SSC Bari alla Filmauro della famiglia De Laurentiis. Un momento cruciale della storia recente del club, che ancora oggi alimenta dibattiti, contestazioni e richieste di chiarezza sul futuro.

“Fu una mia scelta. Mi assunsi tutta la responsabilità”

“La decisione di affidare il Bari alla Filmauro – ha dichiarato Decaro – è stata mia e soltanto mia. Nonostante ci fosse una commissione, mi assunsi tutta la responsabilità. Arrivarono undici manifestazioni di interesse, ma quella dei De Laurentiis era la più completa. Non me la sentivo di rischiare, anche perché c’erano solo cinque giorni per completare l’iter federale”.

L’ex primo cittadino ha poi svelato un retroscena inedito su come convinse i De Laurentiis a partecipare alla procedura: “Mandai loro alcuni spezzoni del documentario Una meravigliosa stagione fallimentare, con lo stadio pieno. Le immagini della passione della nostra gente furono decisive. Avevo già provato a coinvolgere imprenditori locali, ma nessuno rispose. Perfino il sindaco di Milano, a cui chiesi di sondare l’interesse di Moratti, mi disse che non era interessato”.

Il caso Hartono e la mancata assegnazione

Decaro ha chiarito anche i motivi per cui la proposta della cordata Hartono non fu presa in considerazione: “La documentazione era incompleta. Mancava il Business Plan, avevano bisogno di più tempo. Se avessimo fatto eccezioni, avremmo esposto il Comune al rischio di ricorsi da parte delle altre società partecipanti”.

“Come tifoso mi sento tradito, rapporto insanabile”

Decaro non ha nascosto il suo rammarico per l’attuale gestione del club biancorosso: “Come tifoso mi sento tradito. Si è rotto un rapporto che non si sanerebbe neanche con la promozione in Serie A. Già il 22 maggio 2024 avevo espresso pubblicamente il mio disappunto, così come ad aprile, quando cercai un dialogo anche con i calciatori. Ho detto cose molto dure a chi era a tempo determinato, a chi non sentiva il peso della responsabilità. Bellomo può tradurre quello che ho detto in privato, non lo ripeterei in pubblico”.

Garanzie per la Serie B? “Nessuno si è fatto avanti davvero”

Alla domanda se fossero state richieste garanzie per il futuro del Bari in Serie B, Decaro ha risposto con amarezza: “A chi le dovevo chiedere? Non c’erano altri interlocutori. Ho provato a coinvolgere Radrizzani, ma poteva partecipare solo tramite Legrottaglie. Cairo avrebbe potuto farlo tramite imprenditori, ma non ci ha mai messo la faccia. Anche Paparesta si era affacciato con altri soggetti. Ho contattato Berlusconi, ho chiamato Preziosi ogni giorno. Francesco Santalucia fu colui che mi mise in contatto con De Laurentiis”.

“Multiproprietà da superare, ma il Bari è davvero in vendita?”

Sul tema più caldo, la multiproprietà, Decaro ha detto senza mezzi termini: “È una scorrettezza prorogarla. Più che augurarmi che vendano, più che cercare potenziali acquirenti, non posso fare. Ho messo la società in contatto con uno sceicco e con la cordata di Rivera, ma non è mai arrivata una richiesta ufficiale. Le ultime due società con cui ho parlato non erano interessate. Non so nemmeno se il Bari sia realmente in vendita. Ma serve chiarezza. È ora che qualcuno dica la verità ai tifosi”.

Un intervento sentito, quello dell’ex sindaco, che ha voluto mettere nero su bianco la propria versione dei fatti, ma anche lanciare un appello affinché il Bari possa finalmente avere una proprietà chiara, solida e autonoma. Il futuro del club – questo il messaggio di Decaro – non può più essere ostaggio di ambiguità e proroghe.

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