Dazi sul grano russo: scattano le misure dal 1° luglio

Dal 1° luglio, entrano in vigore i nuovi dazi sull’importazione del grano russo, una decisione dell’Unione Europea dopo l’invasione massiccia dello scorso anno, che ha visto gli arrivi in Italia aumentare del 1004% rispetto al 2022.

Coldiretti ha ricordato questa misura in concomitanza con l’entrata in vigore del regolamento che aumenta i dazi su tutti i cereali, semi oleosi e prodotti derivati provenienti dalla Federazione russa e dalla Repubblica di Bielorussia, per impedire loro di accedere al mercato dell’UE con condizioni vantaggiose.

In particolare, per il grano, sarà applicato un dazio aggiuntivo di 95 euro a tonnellata. Questa decisione della Commissione UE mira a frenare quello che viene percepito come un tentativo di Putin di destabilizzare il mercato comunitario.

Tuttavia, Coldiretti sottolinea che per proteggere realmente gli agricoltori italiani, è necessario un cambiamento strutturale nelle politiche europee di difesa del reddito, a partire dal principio di reciprocità. Le normative seguite dalle aziende agricole nazionali dovrebbero valere anche per chi vende i propri prodotti nell’UE.

Coldiretti denuncia l’uso di sostanze vietate in Europa nella coltivazione del grano russo, come l’erbicida Fenoxaprop P ethyl e il glifosato, proibito in Italia in pre-raccolta ma usato anche sul frumento canadese, oltre al fumigante insetticida Pirimiphos methyl.

Nel 2023, l’invasione di grano duro russo ha raggiunto livelli mai visti prima, con quasi mezzo milione di tonnellate importate in Italia, abbattendo il prezzo del grano italiano fino al -60%. Secondo Coldiretti, questi valori rendono la coltivazione del grano insostenibile economicamente, esponendo le aziende agricole al rischio di fallimento, soprattutto nelle aree interne senza alternative produttive. A complicare la situazione, si aggiunge l’invasione di grano dalla Turchia, spesso triangolato dallo stesso grano russo.

Anche nel 2024, alla vigilia della trebbiatura italiana, si sono intensificati gli arrivi da Ankara, aggravando il paradosso che, nonostante un grave calo di produzione stimato intorno al -20% a causa della siccità nel Sud Italia, il grano nazionale è pagato ancora meno rispetto all’anno precedente.

Per affermare il principio di reciprocità e garantire una totale trasparenza sui prodotti alimentari venduti nell’UE, Coldiretti ha lanciato una grande mobilitazione alle frontiere, dal Brennero ai porti, raccogliendo un milione di firme per imporre l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta e modificare il codice doganale.

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