MATERA – Non c’è stato alcun danno erariale per l’affidamento dell’incarico di portavoce del sindaco e capo di Gabinetto al professionista esterno Piergiuseppe Otranto. Lo stabilisce la sentenza della Corte dei conti di Basilicata, che lo scorso 22 dicembre aveva avviato un procedimento nei confronti del sindaco, Domenico Bennardi, dei componenti della precedente Giunta comunale, alcuni dei quali ancora in carica (gli assessori Alberto Acito, Graziella Corti, Rossella Nicoletti, Arcangelo Colella, Tiziana D’Oppido, Giuseppe Digilio, Giuseppe Sarli, Lucia Summa e Raffaele Tantone), oltre all’ex segretaria generale Angela Rosaria Stolfi e l’ex dirigente Felice Viceconte. Con sentenza del 16 maggio scorso, sono stati tutti assolti. L’indagine, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, era partita da una segnalazione del 3 febbraio 2021, sulla delibera con cui l’ex Giunta comunale il 2 novembre 2020 conferì l’incarico all’avvocato Otranto con il cosiddetto strumento pattizio, diverso dal contratto di lavoro a tempo determinato, come imposto il precedente regolamento di riferimento poi modificato. Otranto assunse subito l’incarico di rappresentante istituzionale dell’ente, capo di Gabinetto e portavoce del sindaco. Pochi mesi dopo, il 16 febbraio 2021, constatata l’incompatibilità con l’incarico di professore universitario, Otranto rinunciò all’impegno presso il Comune di Matera, che fu poi conferito all’attuale capo di Gabinetto con contratto di funzionario di categoria D3. Da quest’ultimo dettaglio è scaturita l’azione della Corte dei conti, perché Otranto secondo l’accusa in quei pochi mesi avrebbe percepito somme indebitamente erogate. La posizione di Otranto fu subito archiviata, mentre si ritenne di mandare a giudizio gli amministratori ed i funzionari coinvolti, a cui si contestava sostanzialmente l’inquadramento economico e contrattuale del professore, ritenendo quest’ultimo aspetto incompatibile con il cumulo di incarichi conferiti, oltre alla scelta di persona non dipendente dell’ente. Per tutti gli imputati, il pm aveva chiesto la restituzione delle somme indebitamente corrisposte all’ex capo di Gabinetto, ovvero 79.300 euro da risarcire in solido al Comune di Matera. In sede dibattimentale è stata dimostrata la piena regolarità di tutti gli atti compiuti da amministratori e tecnici coinvolti, che non hanno comportato tra l’altro maggiori esborsi da parte dell’ente pubblico; tutto si è consumato nel “legittimo esercizio della discrezionalità da parte del sindaco”, che si è affidato ai dirigenti competenti, al segretario comunale e allo stesso Otranto per provvedimenti da adottare. Inoltre, come evidenziato nelle memorie difensive, nella precedente gestione amministrativa il capo di Gabinetto percepiva 121mila euro annui, oltre ai 44mila del portavoce, per un totale di 166mila, ben lontani dai 95mila riconosciuti a Otranto che aveva assunto entrambi gli incarichi, con un risparmio di oltre 70mila euro per l’ente. Il collegio giudicante ha, infine, accolto molte delle eccezioni presentate dagli imputati, rilevando che Otranto aveva tutti i requisiti per cui era stato nominato e che la spesa complessiva per l’ente non è stata superiore a quella prevista per quegli incarichi. Quindi, non c’è stato alcun danno erariale, e anzi il Comune di Matera oggi dovrà pagare 23mila euro di spese legali per le difese degli ex imputati.
“Una risposta nei fatti ai tanti, che fuori e dentro il consiglio comunale – commenta il sindaco Bennardi – si sono improvvisati professori di diritto amministrativo e penale, che probabilmente devono aggiornare i propri studi. Una conferma che si è perseguito il bene dell’amministrazione e quindi il bene comune. Questa Amministrazione opera correttamente, e lo dimostrano le sentenze favorevoli tra Tar e tribunale ordinario, penso al Tar sull’infopoint turtistico, sulla gestione di Casino Padula, la mensa scolastica e contro la speculazione edilizia. Sono ormai tanti, i segnali positivi sul nostro operato dal mondo giudiziario”.
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