Facilitare il sistema imprenditoriale tarantino per agevolare l’insediamento di maggiori aziende nell’area portuale di Taranto. Questo è quanto ribadito da Stefano Castronuovo, coordinatore regionale di Casartigiani Puglia e rappresentante dell’albo dell’autotrasporto nell’organismo di Partenariato dell’Autorità Portuale, a Palazzo di Città, durante il consiglio monotematico sulla crisi del Porto di Taranto.
Castronuovo ha sottolineato la difficoltà delle imprese di insediarsi nell’area portuale di Taranto, principalmente a causa della lentezza della macchina amministrativa e dei balzelli burocratici, come le norme relative all’area SIN: «Sia chiaro, una volta per tutte – ha detto –, non esiste il Porto senza imprese che producono, importano ed esportano. Ricordiamo che lo scopo principale delle imprese, seppur operano anche per il benessere collettivo, è economico, così come previsto dalle norme nazionali. Il nostro mercato di riferimento, a oggi, dovrebbe guardare alla Basilicata o alle province salentine, che paradossalmente non si possono sviluppare per mancanza delle infrastrutture viarie».
Inoltre, Castronuovo ha evidenziato la crisi profonda dell’imprenditoria tarantina, composta per l’80% da piccole e medie imprese. Dal 2015 a oggi, le aziende hanno perso 270 milioni di euro di liquidità, tra la prima amministrazione straordinaria di Ilva Spa e, a distanza di nove anni, il secondo commissariamento di Acciaierie d’Italia. Quest’ultima, come ha sottolineato nel precedente intervento in consiglio il presidente dell’Autorità Portuale Sergio Prete, rimane il primo e importante importatore ed esportatore.
È urgente avviare incontri istituzionali tra enti come la Provincia, l’Ufficio Dogane e la Guardia di Finanza per risolvere i problemi legati alla burocrazia: «Sono diversi mesi che chiediamo l’istituzione di un tavolo istituzionale permanente dedicato alle molteplici vertenze di Taranto, come accaduto con il Cis, che poi si è interrotto. Incontri mirati e che coinvolgano tutti gli attori del territorio, per modificare ove possibile le norme che possano garantire maggiori investimenti alla città», ha concluso il coordinatore regionale di Casartigiani Taranto.
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