BARI – “Non si può menomare in modo così violento un pezzo di storia del giornalismo e dell’editoria della Puglia e del Mezzogiorno. Serve una mobilitazione generale per scongiurare l’impoverimento informativo del territorio”: è quanto afferma in una nota l’Ordine dei giornalisti della Puglia in merito alle notizie sugli esuberi e il conseguente licenziamento collettivo di 47 giornalisti e dei poligrafici coinvolti nella ristrutturazione della Gazzetta del Mezzogiorno in seguito alla decisione di chiudere le redazioni decentrate del quotidiano. L’Ordine dei giornalisti della Puglia esprime solidarietà alla redazione e al personale del quotidiano ed auspica che i nuovi editori che hanno riportato in edicola la Gazzetta del Mezzogiorno, possano ristabilire un confronto per un piano industriale che non pregiudichi i livelli occupazionali e soprattutto le professionalità che hanno fatto del panorama informativo pugliese un esempio di pluralismo.
Crisi Gazzetta, il Cdr esprime “preoccupazione e sconcerto”
Sempre oggi pomeriggio, il cdr della Gazzetta del Mezzogiorno, insieme alle Assostampa di Puglia e Basilicata, ha espresso “forte preoccupazione e sconcerto a seguito della decisione unilaterale da parte dell’editore Edime di avvio della procedura ex 223/91, con la dichiarazione di esuberi e il conseguente licenziamento collettivo di 47 giornalisti del quotidiano, nonché dei poligrafici coinvolti nella ristrutturazione”.
In una nota il Comitato di redazione e le Associazioni di Stampa di Puglia e di Basilicata sostengono che “si tratta di scelte connesse alla chiusura delle redazioni decentrate riaperte solo nel febbraio del 2022 dopo un faticoso rientro in edicola a seguito del fallimento edisud. Una decisione unilaterale degli editori Miccolis e Albanese che rischia di pregiudicare – sottolineano – l’informazione capillare nelle due regioni con pesanti ripercussioni sulla diffusione del giornale e la raccolta pubblicitaria. Decisione comunicata senza alcun confronto preventivo con le rappresentanze sindacali, utile a esplorare soluzioni alternative alla macelleria sociale, e in assenza di un piano industriale che ponga rimedio alla discutibile gestione aziendale sinora perseguita. A fronte, infatti, della copertura dei conti in bilancio, non è stato fatto abbastanza per implementare i ricavi prima di puntare tutto sul taglio lineare del costo del lavoro”.
“Con lo sciopero che l’assemblea dei giornalisti ha proclamato oggi, auspichiamo, pertanto, l’immediata convocazione di un tavolo con l’azienda Edime anche in sede istituzionale – concludono Cdr e Assotampa di Puglia e di Basilicata – al fine di scongiurare una nuova grave crisi occupazionale in Puglia e Basilicata e una pesante ipoteca sul pluralismo dell’informazione nelle due regioni”.
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