Bruxelles – “L’Unione Europea deve agire subito per evitare conseguenze ancora peggiori di quelle attuali”. Con queste parole, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha lanciato un appello durante la sessione pubblica del Consiglio Competitività a Bruxelles, sottolineando l’urgenza di risorse comuni e di una strategia industriale per salvare il settore automotive.
Urso ha evidenziato la drammatica situazione europea: da un lato, la rinuncia a costruire gigafactory per le auto elettriche; dall’altro, la chiusura degli stabilimenti per motori endotermici. Una “tempesta perfetta” che rischia di mettere in ginocchio il comparto. Il ministro ha inoltre avvertito che, senza interventi immediati, le case automobilistiche saranno colpite da sanzioni severe già dal prossimo anno.
Italia in prima linea con sei Paesi UE
L’Italia, insieme alla Repubblica Ceca, ha presentato un documento sostenuto da Austria, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Polonia, per chiedere la revisione anticipata delle regole UE sulle emissioni di CO2. Le attuali norme prevedono, a partire dal 2025, limiti più stringenti per le emissioni medie dei nuovi veicoli, con multe di 95 euro per grammo di CO2 in eccesso moltiplicato per il numero di auto vendute.
Urso ha denunciato un sistema punitivo che frena gli investimenti, spingendo le aziende a chiudere gli stabilimenti endotermici e a rinunciare allo sviluppo dell’elettrico. I sette Paesi firmatari chiedono quindi che l’UE anticipi la revisione delle norme, prevista per il 2026, già al prossimo anno.
Von der Leyen apre al dialogo
“Riuniremo tutte le parti interessate per trovare soluzioni condivise”, ha dichiarato la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, promettendo un approccio collaborativo per affrontare una transizione “profonda e dirompente”. Tuttavia, i limiti del 2025 rappresentano solo l’inizio: entro il 2030 le emissioni dovranno essere ridotte del 55%, con lo stop definitivo alla vendita di veicoli a benzina e diesel entro il 2035.
Altre battaglie industriali in arrivo
Soddisfatto del sostegno raccolto, Urso ha annunciato che l’Italia porterà avanti anche altre battaglie, a partire dalla revisione del meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (“carbon tax”), previsto per il 2026. Roma, insieme a Francia e Polonia, punta a modificare le regole per proteggere settori chiave come la siderurgia e la chimica.
La sfida è lanciata: il futuro dell’industria europea dipenderà dalle decisioni che verranno prese nei prossimi mesi.
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